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Gli studi sul latte artificiale hanno elevate probabilità di essere poco affidabili in quanto gli autori riportano quasi sempre conclusioni favorevoli, manca la trasparenza e i risultati sono descritti in modo selettivo. Ecco, in sintesi, il magro bilancio conclusivo di una metanalisi di recente pubblicata sul British Medical Journal, primo firmatario Bartosz Helfer, ricercatore al National Heart and Lung Institute, Imperial College di Londra, Regno Unito.
«Questi risultati sottolineano la necessità di un cambiamento sostanziale per proteggere i partecipanti da eventuali danni e i consumatori da informazioni fuorvianti» scrivono gli autori ricordando che il latte artificiale viene consumato dalla maggior parte dei neonati europei e nordamericani e che le nuove formulazioni devono essere testate in appositi studi clinici che, tra l’altro, viste le conclusioni quasi sempre favorevoli, potrebbero interferire con l’allattamento al seno. Per approfondire l’argomento un team internazionale di ricercatori ha valutato il rischio di parzialità effettuando un’analisi dettagliata di 125 studi pubblicati dal 2015 che hanno confrontato almeno due prodotti a base di latte artificiale su un totale di 23.757 bambini sotto i tre anni. Così facendo, hanno scoperto che solo il 14% degli studi è stato svolto in modo indipendente dalle aziende produttrici di formule, solo il 21% è stato svolto in modo prospettico con un obiettivo chiaro e solo il 9% aveva un protocollo pubblicato. Viceversa, l’80% degli studi aveva un alto rischio di inaffidabilità a causa di esclusioni inadeguate dei partecipanti dall’analisi e di selezioni selettive per sopprimere eventuali risultati negativi o indesiderati.
Infine, in oltre il 90% dei casi gli autori giungevano a conclusioni favorevoli. «L’industria è strettamente coinvolta negli studi sulle nuove formulazioni di latte artificiale, e questi risultati suggeriscono un grave rischio di inaffidabilità, cosa che potrebbe non offrire adeguata protezione sia ai partecipanti sia ai futuri consumatori. Servono quindi modifiche sostanziali sul loro svolgimento» conclude Helfer.
BMJ 2021. Doi: 10.1136/bmj.n2202
https://doi.org/10.1136/bmj.n2202