Centella asiatica in pazienti epilettici: alert su interazioni con farmaci

La Centella asiatica è una pianta medicinale ben nota per le sue proprietà flebotoniche, relative alla frazione dei suoi triterpeni

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La Centella asiatica è una pianta medicinale ben nota per le sue proprietà flebotoniche, relative alla frazione dei suoi triterpeni. Ebbene nella medicina tradizionale indiana, dalla quale origina, è invece utilizzata in forma di estratto totale della pianta, per le sue azioni sul SNC, tra cui epilessia, disturbi cognitivi e sindromi ansiose. Tra le sostanze vegetali potenzialmente utili nel trattamento di alcune forme di epilessia emergono oggi i dati di sicurezza ed efficacia del cannabidiolo, mentre rimangono ancora tutti da definire i relativi profili ad esempio per la Centella, il cui potenziale anticonvulsivante è già stato testato in modelli sperimentali. Il ricorso ad automedicazione con prodotti erbali è una pratica molto comune anche tra i pazienti epilettici, e spesso senza alcun controllo clinico, significative quindi diventano anche le prime ricerche scientificamente adeguate relative a questo ambito, compreso il potenziale di interazione tra Centella asiatica e farmaci antiepilettici.

Valutare i possibili benefici ma anche i rischi

Sappiamo da tempo che estratti di Centella asiatica inibiscono numerosi isoenzimi del CYP450, in particolare CYP2C9, CYP2D6 e CYP3A4, implicati anche nel metabolismo di due farmaci antiepilettici come valproato e fenitoina. Questo è dovuto in particolare ai flavonoidi presenti, e diversamente estratti da solventi differenti. Illuminato risulta pertanto il lavoro di Kumar e coll. (2021) che hanno testato il profilo di interazione dell’estratto idro-alcolico di Centella asiatica con farmaci antiepilettici in modelli sperimentali di epilessia nei ratti. Dosi terapeutiche e sub-terapeutiche di valproato e fenitoina sono state co-somministrate con Centella valutandone i risultati. I farmaci hanno prodotto una protezione completa contro le convulsioni alle dosi terapeutiche e migliorato la protezione delle convulsioni a dosi sub-terapeutiche. Gli Autori hanno pure riscontrato un aumento significativo dei livelli sierici del valproato e della fenitoina. Indispensabile quindi ricerca clinica adeguata, allo scopo di valutare i possibili benefici ma anche i rischi, dovuti ad esempio all’aumento di concentrazione dei farmaci assunti insieme alla Centella, e, ovviamente non solo degli antiepilettici. Differenti estratti di Centella, ad esempio, possono inibire altri isoenzimi del CYP450, come il 2D6, 2B1 e 2B2, ed aumentare l’attività farmacologica ma anche tossicologica dei farmaci substrato. Rimane quindi il consiglio di evitare estrapolazioni terapeutiche improvvisate e semmai leggersi l’articolo facendone tesoro.

Fonti

Kumar R. et al. Journal of Ethnopharmacology 2021, 270, 113784.
Lu CW, et al. Biomedicines. 2021, 10;9(3):284.
Visweswari G, et al. Epilepsy Behav. 2010, Mar;17(3):332-5.

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