Il gioco per migliorare la salute dei bambini

Sono i bambini a parlare, rispondendo a domande e illustrando con fotografie cosa sia per loro il gioco.

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Giocare per giocare, quando si vuole; giocare a qualcosa che coinvolga, anche se sedentaria, non solo per svolgere un’attività fisica salutare; trovare piacevole il gioco che comporta un piccolo rischio. Sono i bambini a parlare, rispondendo a domande e illustrando con fotografie cosa sia per loro il gioco. L’indagine e l’analisi dei risultati ottenuti sono state svolte da Stephanie Alexander, dell’Università di Montreal, insieme con altri due ricercatori canadesi, e il loro lavoro è stato pubblicato sulle pagine della rivista Qualitative health research. Il punto di partenza è chiaro: c’è preoccupazione sulla mancanza di possibilità di gioco con i conseguenti effetti negativi sulla salute. «Informate sull’impegno contro l’obesità, le istituzioni sanitarie pubbliche hanno recentemente iniziato a portare avanti forme attive di gioco come un modo per migliorare la salute fisica dei bambini» afferma Alexander «tuttavia, la promozione del gioco per la salute fisica potrebbe rimodellare i significati del termine gioco per i bambini». I ricercatori hanno dunque interpellato i diretti interessati per avere un quadro della situazione, del significato che il giocare ha dal loro punto di vista. Hanno partecipato all’indagine 25 bambini canadesi di età compresa fra i 7 e gli 11 anni, incontrati una prima volta nella quale è stato chiesto loro di fotografare dentro e fuori casa tutto quello che per loro rappresentava gioco, e una seconda volta due settimane dopo. Nel secondo incontro, con interviste e utilizzando sei delle foto realizzate, i ricercatori hanno cercato di conoscere più a fondo le loro idee rispetto all’attività ludica. L’articolo riporta anche diversi spezzoni di testimonianze dei bambini, e le loro risposte e idee, che hanno suggerito alcuni ambiti specifici emersi rispetto all’idea di gioco degli intervistati: il gioco appare essere fine a se stesso e si gioca per divertirsi; il gioco comporta scelte, libertà e vari stadi di impegno, ma non è visto in modo utilitaristico con un obiettivo finale di salute; il gioco coinvolge ma è qualcosa di più che semplice attività fisica: i bambini non facevano infatti distinzioni tra gioco attivo e sedentario. Inoltre è stato visto un atteggiamento ambivalente nei confronti delle attività ludiche strettamente pianificate: pur definendole divertenti, i bimbi tendevano a descrivere attività meno pianificate e formalizzate quando parlavano di cosa li divertiva rispetto al gioco. E anche il fattore rischio veniva considerato una componente piacevole del gioco. «Questi risultati» conclude Alexander «indicano una dissonanza tra i giochi per bambini promossi per la salute fisica e il significato di gioco per i bambini come emotivamente contingente, intrinsecamente motivato e senza scopo».

Fonte Doctor 33

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