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Il Pavor Nocturnus o Terrore Notturno è una “parasonnia” vale a dire un comportamento complesso nel sonno: un microrisveglio in un sonno molto profondo. Si presenta nei bambini attraverso parziali risvegli durante la notte in cui il piccolo è in preda al panico. Si tratta di un evento tipico dell’età pediatrica. Generalmente questi episodi sono caratterizzati da un risveglio dal sonno profondo (fasi 3 e 4 Non REM), accompagnato, il più delle volte, da grida, agitazione intensa, pallore, sudorazione, tachicardia, tachipnea (respiro accelerato), aumento della pressione arteriosa e aumento del tono muscolare. Il bambino appare inconsolabile, poco responsivo agli stimoli ambientali e, se svegliato, appare confuso, disorientato e non riconosce le persone vicine. A volte può scendere dal letto, camminare, dondolarsi continuamente e/o urlare per la casa terrorizzato. Vedere una creatura così spaventata che grida, piange, guarda nel vuoto e non accetta aiuto può mettere paura o provocare sensazione di disagio. In effetti il bambino non ci vede (sia che abbia gli occhi aperti che chiusi), non ci sente e, una volta sveglio al mattino, non ricorderà nulla del terrore notturno e delle nostre inascoltate coccole.
Spesso, le manifestazioni del terrore notturno si sovrappongono a quelle del sonnambulismo da cui si differenzia per l’attivazione del sistema nervoso autonomo (palpitazioni, sudorazione, tremore, rossore) e l’espressione di terrore.
Una caratteristica fondamentale, come dicevamo, è la totale amnesia dell’episodio al mattino: il bambino il più delle volte non ricorda nulla di quanto accaduto o ricorda parzialmente un’unica scena di terrore.
L’ esordio del disturbo si presenta generalmente nella fascia d’età compresa tra i 3 e i 10 anni.
Gli episodi, si verificano di solito nel primo terzo della notte, e la durata dell’episodio varia dai 30 secondi ai 5 minuti. Il disturbo mostra una graduale e spontanea remissione nel tempo.
Ma quali sono le cause?
Le ultime ricerche scientifiche in merito hanno evidenziato la presenza di una elevata componente genetica in associazione ad altri fattori come “apnee notturne”, “asma”, “reflusso gastro esofageo”, vescica piena, “rumori improvvisi” e “deprivazione del sonno”. Ci sono però anche importanti fattori PSICOLOGICI da tener presente:
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Eventuali periodi di forte stress
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Stato emotivo del bambino
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Presenza di problemi familiari
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Difficoltà nella gestione dell’ansia da separazione
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Tendenza ad avere un atteggiamento ipercontrollante
Cosa possono fare i genitori:
Sicuramente adottare alcune misure come:
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Una corretta igiene del sonno (fare in modo, ad esempio, che gli orari di addormentamento e di risveglio si mantengano regolari)
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Ridurre lo stress quotidiano
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Non svegliare il bambino durante un episodio ma provare a tranquillizzarlo con un tono di voce basso accarezzandolo dolcemente
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Evitare di raccontare al bambino ciò che è accaduto durante la notte
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Chiudere l’accesso a scale e porte e rimuovere gli oggetti che potrebbero essere pericolosi nel caso in cui il bambino si alzasse.