Melatonina. Non solo per il sonno: impatto sulla salute

La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale che ha come effetto principale quello di agire come regolatore del ritmo sonno veglia

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La pandemia ha causato un profondo cambiamento nelle abitudini di vita della popolazione ed aumentato il ricorso all’integrazione di molecole ad azione specifica come la melatonina, tanto che nei soli Stati Uniti il mercato dal 2017 al 2020 ha fatto registrare il raddoppio delle vendite. La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale che ha come effetto principale quello di agire come regolatore del ritmo sonno veglia. Le ricerche condotte nell’ultimo decennio su cancro, morbo di Alzheimer, sclerosi multipla, fertilità, e, non meno importanti, gli impatti sulla salute e sul cambiamento delle abitudini di vita generate da COVID-19, hanno messo in luce anche altre sue funzioni e la sua attività come antiossidante e di regolazione del sistema immunitario e mitocondriale. Un aspetto interessante emerso è proprio la sua somiglianza con la vitamina D.

I meccanismi che influenzano la produzione di melatonina

Secondo uno studio pubblicato su Nutrients i due ormoni condividono molte funzioni con un importante impatto sulla salute: dall’azione ormonale, al ruolo di immunomodulazione e antinfiammatorio; entrambe si trovano nella pelle e rispondono alla luce solare e all’oscurità, tanto da ipotizzare una somiglianza fra carenza di vitamina D come “carenza di luce solare” e ridotta secrezione di melatonina come risultato della “carenza di oscurità”, che può derivare dalla sovraesposizione alla luce artificiale blu. Come la vitamina D, la melatonina è diffusa in diversi tessuti corporei: nella ghiandola pineale e nella mucosa intestinale, inclusi per esempio cervello, retina, cristallino, pelle, reni, tiroide e tessuti riproduttivi. È presente in quasi tutti i fluidi corporei, tra cui liquido cerebrospinale, saliva, bile e latte materno. In particolare, la vitamina D e la melatonina possono agire in sinergia nella pelle. Mentre la radiazione ultravioletta (UV)-B è necessaria per convertire il 7-deidrocolesterolo nella pelle in vitamina D3, la melatonina ha un’azione antiossidante nella pelle per scongiurare gli effetti dannosi della luce UV.
La melatonina viene prodotta in risposta all’oscurità percepita dalla retina e la sua sintesi è ridotta dall’esposizione alla luce. Il picco si ha infatti nelle ore centrali notturne. Particolarmente dannosa è quindi la sovraesposizione alla luce blu artificiale di notte, che disabilita il segnale di produzione dell’ormone, indirizzato alla ghiandola pineale, per indurre il sonno e predisporre l’organismo al riposo.
Non viene prodotta nei primi mesi di vita (il neonato assume melatonina dal latte materni); la secrezione è massima in età puberale per poi lentamente decrescere intorno ai 20 anni ed essere minima in età avanzata.

Assumere melatonina: fonti alimentari e integratori

Come fonte alimentare la melatonina è presente in numerosi vegetali: cereali (mais e avena), noci, ortaggi. Il suo precursore è il triptofano, elemento che si ritrova nelle fonti alimentari in concentrazioni significative, la cui conversione in melatonina (passando per serotonina) potrebbe non essere efficiente in tutti gli individui a causa degli enzimi coinvolti.
Negli integratori la melatonina è per lo più di sintesi chimica, processo che permette di standardizzare il processo e aumentare le rese. Sono state anche studiate alternative vegetali che, sebbene richiedano delle conferme, darebbero indicazioni secondo cui la fitomelatonina possa avere vantaggi legati a una migliore biodisponibilità. A differenza dei composti di sintesi, la fitomelatonina si presenta in un complesso con altri costituenti vegetali, fra cui fitonutrienti, minerali e vitamine, presenti naturalmente nel concentrato di matrice vegetale di partenza che potrebbero aumentarne l’efficacia.

Impatto dei farmaci sul metabolismo della melatonina

Sebbene vada sempre considerata la risposta individuale va detto che la melatonina può interagire o il suo metabolismo essere influenzato da farmaci, sostanze nutritive o erbe con attività fluidificanti del sangue, ipoglicemizzanti, ipotensivi, anticonvulsivi, sedativi, antidepressivi e/o immunosoppressori. La maggior parte della melatonina viene metabolizzata attraverso l’attività del citocromo (CYP) 1A2. Possono esserci casi specifici, come la concomitante assunzione di farmaci, che influenzano queste vie enzimatiche e che quindi interferiranno con il metabolismo della melatonina. Una delle interazioni più note è con il farmaco antidepressivo fluvoxamina. Questo farmaco, inibitore del CYP1A2 può portare al potenziamento dei livelli di melatonina mentre la caffeina che viene metabolizzata attraverso il CYP1A2 può aumentarne i livelli. Sebbene ai livelli disponibili in commercio la melatonina non presenta particolari controindicazioni è sempre bene valutarne l’assunzione con il medico curante.

Fonte

Nutrients 2022, 14(19), 3934; https://doi.org/10.3390/nu1419393

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