Fragilità ossea: attività fisiche di resistenza ed ad alto impatto come prevenzione. (Parte II)

Recentemente la scoperta di una frazione proteica (IRISINA) rilasciata dal muscolo durante l’esercizio ha permesso di spiegare, almeno in parte, I benefici delle attività aerobiche.

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Sport molto importanti dal punto di vista del benessere cardiovascolare quali il nuoto, il ciclismo, il camminare prolungatamente (tra cui anche il golf), lo sci di fondo, hanno una azione più limitata nel promuovere l’incremento o il mantenimento della massa ossea. Infatti agiscono per via indiretta migliorando la circolazione e quindi l’apporto di nutrienti al tessuto osseo. Recentemente la scoperta di una frazione proteica (IRISINA) rilasciata dal muscolo durante l’esercizio ha permesso di spiegare, almeno in parte, I benefici delle attività aerobiche. Il Consiglio troppo frequentemente dato solo del camminare per mantenere un buon equilibrio nel rimodellamento del tessuto osseo tra la fase catabolica o di riassorbimento è quella anabolica o di ricostruzione, è quindi forviante dando un errato senso di sicurezza ed essendo alla base della frase troppo spesso proferita da chi scopre di essere affetto da osteoporosi od osteopenia: ma come? Cammino così tanto!
Ed allora a quale attività fisica dedicare il nostro tempo per aiutare il nostro sistema scheletrico per mantenersi in buona forma? Appunto a tutte quelle attività ad alto impatto che prevedano un appoggio del piede sul terreno gravato dal peso del corpo in misura significativa. A titolo di esempio ne indicherò alcune senza nulla togliere ad altre che possano coesistere.
Per prima indubbiamente citerei la corsa, nella quale il carico sul piede è gravato dal peso del corpo con in aggiunta l’accelerazione di gravità dovuta alla seppur minima altezza da cui il corpo “cade’ durante la corsa; un difetto di questo tipo di attività è rappresentato dai microtraumi cui sono sottoposte le cartilagini del ginocchio e delle caviglie ed i dischi intervertebrali.
Si può ovviare al problema con alcuni semplici accorgimenti che partono dalla scelta delle scarpette adatte, ben ammortizzate, ad un correre corretto, alla scelta di un terreno quanto più elastico possibile per finire al correre sul tapis roulant, che se di qualità, consente una risposta elastica sufficiente a non sovraccaricare le strutture anatomiche.
Ma non solo la corsa, anche il ballo, ad esempio, può rappresentare un utile esercizio, purché preveda volteggi e passaggi nei quali vi sia un parziale distacco del corpo dal terreno, con conseguente “caduta” su di esso; in palestra anche gli esercizi ritmici sul gradino o step, ma anche la pedana vibrante che in alcuni paesi nord europei è addirittura considerata come un trattamento fisiatrico, purché eseguita correttamente con la giusta posizione e frequenza di vibrazione.
Tutti gli sport, pertanto, in cui si corre sono adeguati, purché praticati in osservanza di eventuali controindicazioni per patologie differenti: e quindi il tennis, calcio, pallavolo, pallacanestro, eccetera facendo però molta attenzione al loro potenziale leisivo nei confronti delle cartilagini.

Dott. Gianfranco Pisano Laureato in Medicina e Chirurgia all’ Università la Sapienza Roma Master in Medicina dello Sport, Università di Siena Master malattie metaboliche dell'osso, osteoporosi, Università di Firenze Master Fitoterapia, Università di Trieste e Computense di Madrid

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