Una maggiore lunghezza, solo 10 minuti, degli orari dedicati ai pasti in famiglia può essere una strategia appropriata per convincere i bambini a mangiare in modo più sano, consumando più frutta e verdura, secondo uno studio clinico randomizzato pubblicato su JAMA Network Open.
«Nonostante sia noto che mangiare meno frutta e verdura in età infantile aumenti il rischio di malattie croniche non infettive, il consumo di tali alimenti nei bambini resta inferiore alla quantità raccomandata a livello globale» spiega la coautrice Jutta Mata dell’Università di Mannheim, in Germania, sottolineando che quasi due terzi dell’apporto calorico di ogni bambino proviene da cibo preparato in casa e consumato in famiglia. Pertanto, i pasti familiari non solo sono importanti per l’alimentazione in età pediatrica, ma modellano le future preferenze alimentari dei bambini essendo anche un contesto ideale per introdurre misure dietetiche volte a migliorarne la salute. «Allo scopo di valutare l’effetto dell’estensione della durata dei pasti in famiglia sull’assunzione di frutta e verdura nei bambini, abbiamo randomizzato 50 coppie di genitori e figli assegnandole a una di due condizioni alimentari: il normale pasto serale in famiglia oppure un pasto serale più lungo del 50%» scrivono gli autori precisando che l’età media dei bambini era 8 anni e dei genitori 43 anni, e che tutte le diadi genitore-figlio sono state assegnate prima a una e poi all’altro pasto secondo un metodo di randomizzazione a blocchi.
E i risultati parlano chiaro: i bambini hanno consumato più frutta e verdura durante i pasti familiari più lunghi, anche di soli 10 minuti. Per dirla in numeri, rispetto ai pasti di normale durata, i pasti familiari più lunghi hanno indotto i bambini a mangiare 3,32 pezzi di frutta in più e 3,66 pezzi di verdura in più equivalenti a circa una porzione di 100 grammi. «Questo risultato ha un’importanza pratica in termini di salute pubblica, dato che una singola porzione giornaliera aggiuntiva riduce il rischio cardiometabolico dal 6% al 7%» conclude Mata.
JAMA Network Open 2023. Doi: 10.1001/jamannetworkopen.2023.6331
http://doi.org/10.1001/jamannetworkopen.2023.6331