Autismo: Stimming e comportamenti ripetitivi come funzione di autoregolazione.

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L’autismo (dal greco αὐτός, aütós – stesso) è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell’interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale che provoca ristrettezza d’interessi e comportamenti ripetitivi. In realtà è più corretto parlare di disturbi dello spettro autistico (Autism Spectrum Disorder, ASD) che rappresentano una condizione eterogenea e possono manifestarsi in modo diverso tra le persone e in diverse fasi del ciclo di vita di ciascuno. Si utilizza la parola “spettro” proprio per indicare la varietà attraverso cui questo disturbo si presenta e la relativa variabilità in fatto di gravità. Le cause dell’autismo, oggi, sono ancora sconosciute. La maggioranza dei ricercatori, comunque, è d’accordo nell’affermare che esse possano essere genetiche ma che alla comparsa di questa patologia concorrano anche cause neurobiologiche e fattori di rischio ambientali.

Le osservazioni alla base delle cause genetiche sono:

  • la familiarità, molte persone autistiche, infatti, hanno o hanno avuto, parenti con problematiche analoghe;

  • l’essere portatori di determinate malattie genetiche (sindrome di Rett, sindrome di Angelman ecc).

  • Per motivi ancora poco chiari, l’autismo è associato anche ad altre patologie, tra cui i disturbi dell’apprendimento come dislessia e discalculia, l’ADHD, la sindrome di Tourette, l’epilessia, il disturbo ossessivo-compulsivo, la depressione, il disturbo bipolare, i disturbi del sonno e la sclerosi tuberosa;

Studi più recenti fanno pensare che i disturbi dello spettro autistico possano manifestarsi in seguito alla nascita di neuroni anomali (cause neurobiologiche) che non riescono a creare giuste connessioni con le altre cellule nervose del cervello, al punto da provocare un funzionamento improprio dell’intero organo. Le reti neuronali si formano soprattutto durante la fase di sviluppo fetale, per questo si ipotizza che la causa di questa disfunzione sia dovuta a una combinazione tra fattori genetici e alterazioni congenite.

Anche se mancano evidenze scientifiche a supporto, per fattori di rischio ambientali, invece, si intendono eventi che potrebbero incidere sulla comparsa dell’autismo come:

  • parto prematuro;

  • abuso di alcool e farmaci da parte della madre durante la gravidanza;

  • l’esposizione del feto ad inquinamento continuo;

  • eventuali infezioni contratte dalla mamma durante il periodo di gestazione;

  • l’età avanzata dei genitori al momento del concepimento.

I primi sintomi di questa patologia si possono manifestare già prima dei 2 anni e sono estremamente variabili, sia per entità che per gravità. Ogni paziente rappresenta un caso ben distinto e diverso da qualsiasi altro. In generale, comunque, i sintomi distintivi e più comuni sono:

  • ritardo nello sviluppo del linguaggio;

  • ripetizione frequente di parole o frasi (STIMMING VERBALE);

  • monotonia nel suono della voce e mancanza di espressioni facciali;

  • ripetizione di movimenti come un dondolio o il battito di mani (STIMMING MOTORIO);

  • eccessiva sensibilità a luci intense e suoni acuti;

  • disinteresse verso qualsiasi forma di interazione sociale;

  • mancanza di emotività;

  • tendenza ad isolarsi;

  • scatti di aggressività improvvisi e senza motivo;

  • tendenza all’invadenza;

  • sviluppo sopra la norma di potenziale cognitivo, memoria, capacità di calcolo, abilità musicali e matematiche;

  • mancanza di coordinazione nei movimenti.

Ci soffermeremo sui comportamenti di STIMMING per spiegare la loro importantissima funzione di “accomodamento” per le persone autistiche.

I comportamenti di STIMMING sono spesso utilizzati come meccanismo di auto-regolazione, ovvero per ridurre lo stress e l’ansia e mantenere un certo livello di attenzione e concentrazione. Inoltre, tali comportamenti possono anche rappresentare una forma di auto-stimolazione sensoriale.

Lo STIMMING è proprio questo, un comportamento in cui l’individuo cerca di ottenere una sensazione di piacere o di soddisfazione attraverso la stimolazione di determinate parti del proprio corpo. Il DSM-5, una delle principali fonti di diagnosi psichiatriche, lo include come uno dei criteri diagnostici per l’autismo. È importante sottolineare che questi comportamenti possono assumere forme diverse a seconda della persona e delle proprie specifiche esigenze. Alcune persone, ad esempio, possono ripetere frasi, parole o specifici suoni, altre possono agitare le mani o le gambe, mentre altre ancora possono concentrarsi su oggetti particolari o su determinati movimenti. Lo stimming, inoltre, può variare in intensità e frequenza a seconda delle situazioni e dello stato emotivo dell’individuo. Questi comportamenti possono essere definiti come auto-stimolatori, in quanto forniscono una stimolazione sensoriale che può essere piacevole o soddisfacente per la persona. Il termine STIMMING è stato scelto dalla comunità delle persone autistiche come alternativa all’espressione “stereotipie”, per sottolineare la funzione regolatrice di tali comportamenti che possono coinvolgere i diversi sensi, come l’udito, l’olfatto e il tatto, e sono spesso utilizzati come meccanismo di auto-regolazione per ridurre lo stress e l’ansia in particolari situazioni angoscianti per il soggetto e mantenere, al contempo, uno specifico “attention level”. Tuttavia, lo STIMMING, può anche essere adoperato per proteggersi da un ambiente eccessivamente stimolante veicolando e contenendo, in questo modo, il proprio disagio e la propria sofferenza.

Psicologa abilitata presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Iscritta all' Ordine degli Psicologi della Campania n. 9622, Pedagogista Clinica e Mediatore Familiare Sistemico-Relazionale, ha conseguito la Laurea cum Laude in Scienze Psicopedagogiche all’ Università Suor Orsola Benincasa di Napoli discutendo la Tesi in Psicologia Dinamica sui Meccanismi di difesa e le dinamiche psichiche del paziente oncologico, dopo aver svolto un tirocinio accademico pre-lauream presso il Dipartimento di Psicologia Oncologica dell’ INT G. Pascale di Napoli. Ha conseguito, inoltre, una seconda Laurea Magistrale in Psicologia Sociale, dei Servizi e delle Organizzazioni approfondendo la Psicologia dei Processi Cognitivi nelle malattie croniche e neurodegenerative con una Tesi sui Disturbi Cognitivi, Affettivi e Comportamentali nella malattia di Parkinson presso l’Università di Roma. Ha svolto un ulteriore tirocinio professionalizzante post Lauream presso la Sede di Napoli dell’Accademia di Psicoterapia della Famiglia (RM) “Polo Clinico Centro Studi Kairos” dove è attualmente in formazione come Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale. Specializzata in Mediazione Familiare e Consulenza di Coppia ad orientamento Sistemico presso L’ Istituto di Medicina e Psicologia Sistemica di Napoli (IMEPS), inizia nel 2006, la collaborazione in qualità di ricercatrice con l’INT Fondazione Pascale di Napoli che la vede impegnata in Progetti di Ricerca, Educazione e consulenza Socio-Sanitaria nel campo della familiarità dei tumori femminili (Dipartimento di Ginecologia Oncologica). Continua la sua attività di ricerca ed assistenza in ambito psicopedagogico e clinico attraverso interventi di Infant Clinical Observation, Ludoterapia e Supporto alle famiglie, occupandosi dal 2008 di problemi psico-educativi in età evolutiva di bambini figli di pazienti oncologici presso il Servizio Ludoteca (Ambulatorio Famiglia) dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli (Dipartimento di Psiconcologia Clinica). Nel 2015 si perfeziona in ambito Psiconcologico attraverso il Corso di Alta Formazione in Psico-Oncologia dal titolo “La Psicologia incontra l’Oncologia” patrocinato dalla SIPO: Società Italiana di Psiconcologia. Docente e Formatore ha collaborato con la Lega Italiana Lotta ai Tumori- sezione di Napoli- a Progetti di Educazione Socio-Sanitaria e, con la Regione Campania, in Corsi di Formazione Regionali. Relatrice di Convegni e Seminari riguardanti tematiche Psicologiche e Pedagogiche è specializzata, inoltre, nel sostegno di famiglie multiproblematiche e devianti avendo lavorato con nuclei familiari a rischio e con forte disagio socio- economico e culturale della II e III Municipalità di Napoli. Ha lavorato, inoltre, in Progetti nel campo delle disabilità dal 2001 al 2010 (Sindrome di Down e Tetraparesi Spastica). Dal 2008 al 2019 ha esercitato la professione di Mediatore Familiare in autonomia e, su richiesta, in collaborazione con Studi giuridici matrimonialisti. Ha collaborato presso il Centro Nutrizione&Benessere della Dott.ssa Silvana Di Martino sito in Casoria in programmi di Psicologia della Nutrizione, Educazione Alimentare, Formazione e gestione di spazi di Mediazione Familiare Sistemica. Autrice di Articoli sul quotidiano medico on line #TAGMEDICINA, è stata impegnata nella S.C. di Epidemiologia e Biostatistica dell’Istituto Tumori di Napoli in attività connesse all’ Emergenza SARS CoV-2 da Maggio 2020 a Febbraio 2022. Attualmente lavora con pazienti pediatrici e pazienti adulti in trattamento radioterapico presso la U.O.C. di Radioterapia dell’ INT di Napoli “Fondazione G. Pascale” in qualità di Psicologa.

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