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L’infertilità maschile oggi deve essere considerata sintomo di patologia andrologica da individuare e giovarsi quindi di un trattamento quanto più possibile etiologico.
Riconosciamo quindi i seguenti approcci terapeutici:
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Approccio etiologico razionale con terapie ormonali: documentata carenza endocrina;
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Approccio razionale terapie ormonali: effetto stimolatorio sulla spermatogenesi senza evidenti carenze endocrine;
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Approccio razionale con terapie antibiotiche: presenza di infezioni conclamate del tratto genito-urinario;
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Approccio razionale con trattamenti decongestionanti;
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Approccio razionale tramite trattamento antiossidante;
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Approccio empirico nutraceutico.
“Giusti consigli e giusta terapia” è il binomio da adottare nel trattamento dell’infertilità maschile:
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Smettere di fumare o/e di esporsi a possibili inquinanti estrogenici, come pesticidi e droghe;
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Cura delle flogosi croniche di coppia per ridurre i ROS generati dai leucociti, cura delle prostatiti e/o vescicoliti batteriche, virali e aspecifiche;
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Utilizzo delle gonadotropine ipofisarie non solo nei di ipogonadismo ipogonadottropo, ma anche quando esiste un documentato ipogonadismo funzionale per scarsa pulsatilità endogena delle stesse;
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Aumentare la frequenza delle eiaculazioni spontanee e/o dei rapporti sessuali nei periodi non fertili della donna per rinnovare il pool di spermatozoi utilizzabili al momento della fecondazione spontanea o/e delle tecniche di PMA;
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Ridurre l’ipertermia scrotale (varicocele, testicolo mobile, adiposità del pube, saune, indumenti, computer, cellulare etc.);
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Uso di trattamenti con antiossidanti orali per minimizzare lo stress ossidativo non solo nella terapia finalizzata a concepimento del tutto spontaneo, ma soprattutto prima di una ART.