Lealtà (invisibili) nel Sistema Familiare

Lo Psichiatra e Psicoterapeuta Ivan Boszormenyi-Nagy elaborò il concetto di lealtà familiare invisibile partendo dalla considerazione dell’esistenza di un codice morale, un insieme di leggi, presente in ogni famiglia, che permette di comprenderne il suo unico funzionamento interno.

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Le lealtà invisibili sono quell’insieme di credenze ed inibizioni che ereditiamo inconsapevolmente (ecco perché invisibili) dalla famiglia in cui nasciamo e che conformano il modo in cui consideriamo noi stessi e i comportamenti della nostra realtà emotiva (sia quella che stiamo vivendo, sia quella che desideriamo).

Lo Psichiatra e Psicoterapeuta Ivan Boszormenyi-Nagy elaborò il concetto di lealtà familiare invisibile partendo dalla considerazione dell’esistenza di un codice morale, un insieme di leggi, presente in ogni famiglia, che permette di comprenderne il suo unico funzionamento interno. Tutti i membri sono, più o meno consapevolmente, chiamati al rispetto di queste regole, con la pena, in caso di trasgressione, di essere etichettati come sleali o addirittura rifiutati. Ogni componente della famiglia è così tenuto a far quadrare i conti tra ciò che ha dato e ciò che ha ricevuto. E’ importante sottolineare che la fedeltà a tali obblighi morali familiari ha una funzione sana che corrisponde alla possibilità di salvaguardare l’equilibrio interno del sistema e mantenerne l’unità. A volte, però quando la fedeltà alle leggi familiari diventa estremamente rigida si corre il rischio di vedere bloccata la propria realizzazione individuale, poiché si arriva ad accettare di ottemperare a tali doveri sacrificando i propri desideri, le proprie inclinazioni, le proprie passioni pur di colmare e risarcire qualcun altro.

La componente dell’obbligo è molto importante perché in caso di inadempimento porta con sé il senso di colpa, funzionale al mantenimento del sistema familiare o del gruppo di appartenenza. Da solo però il senso di colpa non è in grado di mantenere a lungo l’equilibrio del gruppo perché causa troppa sofferenza: un sistema basato invece sulla lealtà può far leva sul senso del dovere e l’ impegno, risultando molto più efficace.

Gli impegni di lealtà, le responsabilità, derivano da un senso di devozione nei confronti del genitore o della sua immagine interiorizzata: la ricompensa per le premure, la cura e l’amore viene saldata dai figli seguendo gli impegni aspettati, vivendo all’altezza delle aspettative e trasmettendo la cultura familiare alla prole. Diventare genitore permette di ripagare il senso di colpa per la slealtà verso gli obblighi filiali allentati e di configurarsi nel ruolo di “creditore” che consegna ad un nuovo “debitore” il sistema valoriale e normativo.

Quando rimane la sensazione di dover ancora qualcosa alla famiglia di origine, è più facile accettare la lealtà verso gli obblighi genitoriali, nonostante il sacrificio personale che comporta, piuttosto che essere leali verso se stessi e concedersi il diritto al piacere. Esiste nelle famiglie un bilancio invisibile che contabilizza gli obblighi passati e presenti e influenza la consegna di ruoli e di aspettative secondo quella che è l’etica dei rapporti e il senso di giustizia di ogni specifica famiglia, secondo prescrizioni e norme esclusive di una data famiglia, comprensibili solo da essa.

L’adesione alla lealtà familiare è inconscia e generata dall’affetto che, a volte, è talmente potente da spingere a preoccuparsi più del bene di altri che del proprio, ed è questo l’errore più grande che si possa commettere. Pertanto è auspicabile che, in seno alla famiglia, avvenga una reale accettazione della crescita dei figli, attraverso ridefinizioni della lealtà e cambiamenti nella direzione e nella distribuzione delle responsabilità, affinché l’intreccio intergenerazionale non sia più una colpa da espiare ma divenga un archivio da cui reperire modalità di vita consolidate per aprire nuove possibilità.

Psicologa abilitata presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Iscritta all' Ordine degli Psicologi della Campania n. 9622, Pedagogista Clinica e Mediatore Familiare Sistemico-Relazionale, ha conseguito la Laurea cum Laude in Scienze Psicopedagogiche all’ Università Suor Orsola Benincasa di Napoli discutendo la Tesi in Psicologia Dinamica sui Meccanismi di difesa e le dinamiche psichiche del paziente oncologico, dopo aver svolto un tirocinio accademico pre-lauream presso il Dipartimento di Psicologia Oncologica dell’ INT G. Pascale di Napoli. Ha conseguito, inoltre, una seconda Laurea Magistrale in Psicologia Sociale, dei Servizi e delle Organizzazioni approfondendo la Psicologia dei Processi Cognitivi nelle malattie croniche e neurodegenerative con una Tesi sui Disturbi Cognitivi, Affettivi e Comportamentali nella malattia di Parkinson presso l’Università di Roma. Ha svolto un ulteriore tirocinio professionalizzante post Lauream presso la Sede di Napoli dell’Accademia di Psicoterapia della Famiglia (RM) “Polo Clinico Centro Studi Kairos” dove è attualmente in formazione come Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale. Specializzata in Mediazione Familiare e Consulenza di Coppia ad orientamento Sistemico presso L’ Istituto di Medicina e Psicologia Sistemica di Napoli (IMEPS), inizia nel 2006, la collaborazione in qualità di ricercatrice con l’INT Fondazione Pascale di Napoli che la vede impegnata in Progetti di Ricerca, Educazione e consulenza Socio-Sanitaria nel campo della familiarità dei tumori femminili (Dipartimento di Ginecologia Oncologica). Continua la sua attività di ricerca ed assistenza in ambito psicopedagogico e clinico attraverso interventi di Infant Clinical Observation, Ludoterapia e Supporto alle famiglie, occupandosi dal 2008 di problemi psico-educativi in età evolutiva di bambini figli di pazienti oncologici presso il Servizio Ludoteca (Ambulatorio Famiglia) dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli (Dipartimento di Psiconcologia Clinica). Nel 2015 si perfeziona in ambito Psiconcologico attraverso il Corso di Alta Formazione in Psico-Oncologia dal titolo “La Psicologia incontra l’Oncologia” patrocinato dalla SIPO: Società Italiana di Psiconcologia. Docente e Formatore ha collaborato con la Lega Italiana Lotta ai Tumori- sezione di Napoli- a Progetti di Educazione Socio-Sanitaria e, con la Regione Campania, in Corsi di Formazione Regionali. Relatrice di Convegni e Seminari riguardanti tematiche Psicologiche e Pedagogiche è specializzata, inoltre, nel sostegno di famiglie multiproblematiche e devianti avendo lavorato con nuclei familiari a rischio e con forte disagio socio- economico e culturale della II e III Municipalità di Napoli. Ha lavorato, inoltre, in Progetti nel campo delle disabilità dal 2001 al 2010 (Sindrome di Down e Tetraparesi Spastica). Dal 2008 al 2019 ha esercitato la professione di Mediatore Familiare in autonomia e, su richiesta, in collaborazione con Studi giuridici matrimonialisti. Ha collaborato presso il Centro Nutrizione&Benessere della Dott.ssa Silvana Di Martino sito in Casoria in programmi di Psicologia della Nutrizione, Educazione Alimentare, Formazione e gestione di spazi di Mediazione Familiare Sistemica. Autrice di Articoli sul quotidiano medico on line #TAGMEDICINA, è stata impegnata nella S.C. di Epidemiologia e Biostatistica dell’Istituto Tumori di Napoli in attività connesse all’ Emergenza SARS CoV-2 da Maggio 2020 a Febbraio 2022. Attualmente lavora con pazienti pediatrici e pazienti adulti in trattamento radioterapico presso la U.O.C. di Radioterapia dell’ INT di Napoli “Fondazione G. Pascale” in qualità di Psicologa.

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