Tecniche e Strategie di Potenziamento Cognitivo: Una Panoramica sui Training per Adulti e Anziani 1* Parte

I training , si basano su esercizi mirati a promuovere la capacità del cervello di adattarsi e sviluppare nuove competenze anche in età avanzata.

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La ricerca sul potenziamento cognitivo negli anziani si concentra sul mantenimento e miglioramento delle funzioni mentali, sfruttando la plasticità cerebrale come risorsa per conservare abilità residue. I training , si basano su esercizi mirati a promuovere la capacità del cervello di adattarsi e sviluppare nuove competenze anche in età avanzata. Questi interventi mirano a rafforzare specifiche funzioni cognitive, mantenere i miglioramenti nel tempo e favorire la generalizzazione a competenze correlate. Esistono quattro principali tipi di training: strategici, multifattoriali, strategico-metacognitivi e process-based. Nella riabilitazione cognitiva post-lesione cerebrale, i metodi restitutivi e compensativi offrono due percorsi distinti: il primo stimola direttamente le funzioni cognitive compromesse, mentre il secondo insegna a compensare le carenze con le abilità residue. La scelta del metodo dipende dal tipo e dalla gravità del deficit, nonché dalle esigenze del paziente. Un trattamento ben strutturato segue principi di gradualità, gerarchia, variabilità e intensità per massimizzare il recupero. La pianificazione del trattamento richiede una diagnosi chiara, la definizione di obiettivi specifici e la scelta di un approccio riabilitativo adeguato. La valutazione dell’efficacia si svolge attraverso diverse fasi, includendo valutazioni iniziali, finali e di follow-up, per monitorare il mantenimento e la generalizzazione dei benefici ottenuti. Queste pratiche assicurano che i miglioramenti cognitivi non solo siano misurabili in laboratorio, ma anche trasferibili alla vita quotidiana del paziente, contribuendo a una migliore qualità di vita.

Training cognitivo: strategie ed effetti

L’interesse scientifico per il potenziamento cognitivo negli adulti-anziani è un campo di grande interesse, poiché l’invecchiamento comporta notevoli cambiamenti delle funzioni cognitive. I training di potenziamento cognitivo sono progettati per stimolare specifiche funzioni attraverso esercizi mirati che tengono conto del livello cognitivo del partecipante e regolano la difficoltà dei compiti in base ai risultati ottenuti, seguendo il principio di gradualità. L’idea alla base di tali interventi è che anche gli individui anziani mantengano una certa plasticità cognitiva, ossia la capacità di (ri)apprendere o acquisire nuove abilità cognitive in risposta a specifiche condizioni contestuali o ambientali (Caretti & Borella., 2020). Gli obiettivi principali dei training di potenziamento cognitivo includono:

Beneficio specifico e immediato: potenziare le abilità direttamente allenate attraverso gli esercizi proposti.

Effetto di mantenimento: favorire il mantenimento dei miglioramenti ottenuti nel tempo, in modo che i benefici non si dissolvano dopo la fine del training.

Effetto di generalizzazione: promuovere il miglioramento di abilità non direttamente allenate, ma correlate, attraverso l’allenamento.

Per valutare l’efficacia di tali interventi, è importante considerare gli effetti di trasferimento. Vi sono tre tipi (Noack et al., 2009): effetti di trasferimento vicinissimo., che si concentrano sulla valutazione del cambiamento nella stessa abilità o processo allenato, mediante prove che differiscono in termini di materiale o procedura. Ad esempio, si può valutare se un training di memoria di lavoro verbale ha un effetto su una prova di memoria di lavoro visuo-spaziale. Effetti di trasferimento vicino: si riferiscono all’incremento osservato in prove che valutano la stessa abilità generale. In altre parole, il training può migliorare un aspetto più ampio dell’abilità, oltre a quello specifico esercitato. Effetti di trasferimento lontano: tali effetti consentono di valutare se il training ha avuto un impatto su abilità o processi differenti, ma la cui capacità allenata è comunque coinvolta. Ad esempio, dopo un training di memoria di lavoro, si potrebbe esaminare l’effetto su altre abilità cognitive, come la velocità di elaborazione, in cui è coinvolta la memoria di lavoro. Questi approcci mirano a massimizzare il beneficio cognitivo ottenuto dai training , promuovendo miglioramenti non solo nelle abilità direttamente coinvolte nei compiti di allenamento ma anche in abilità correlate, contribuendo così a migliorare la funzionalità cognitiva nell’età adulta-anziana. Si possono distinguere quattro tipologie di training cognitivi: i training strategici, multifattoriali, strategico-metacognitivi e process-based. I training strategici prevedono l’insegnamento di strategie e tecniche di memorizzazione che consentono una codifica profonda delle informazioni, migliorando il successivo recupero. Questo approccio si basa su due tecniche di memoria: le strategie semplici di memoria e le mnemotecniche. Le prime insegnano a organizzare il materiale in modo sistematico. Ad esempio, suddividendo le informazioni in categorie o creando schemi logici, così è possibile facilitare la memorizzazione. Le strategie di attribuzione di significato implicano il collegamento delle informazioni da memorizzare a esperienze personali o conoscenze pregresse. Questo collegamento crea un legame più profondo con il materiale, rendendo più probabile il suo recupero. Le strategie di elaborazione profonda promuovono un’elaborazione più accurata delle informazioni. Ad esempio, si può cercare di comprendere il significato o la logica dietro i dati anziché memorizzarli meccanicamente. Tra le strategie verbali e visive in grado di favorire il mantenimento a lungo termine e il recupero delle informazioni ci sono: la ripetizione, la categorizzazione, la serializzazione, la costruzione di frasi, storie e immagini mentali. Le strategie mnemotecniche sono procedure più elaborate e formali, richiedono l’applicazione di regole specifiche e l’uso di immagini mentali per codificare le informazioni in maniera sistematica. Queste tecniche vanno oltre l’organizzazione e l’attribuzione di significato, consentono di memorizzare le informazioni in modo altamente strutturato, sfruttando l’immaginazione e la creatività. Inoltre, non solo aiutano a memorizzare meglio le informazioni ma permettono anche di recuperarle in modo più preciso e dettagliato, poiché si basano su sistemi di associazioni e simboli, memorizzati in anticipo. Esempi di strategie mnemotecniche includono il peg system, il metodo fonetico che associa ai numeri le lettere, per poi combinarli e formare parole, la mnemotecnica della parola chiave, la mnemotecnica dei loci, attraverso cui si associa a un luogo un’informazione creando un’immagine mentale, e acronimi-acrostici e rime. Queste strategie sono approcci utili per migliorare la memorizzazione. La scelta tra queste tecniche dipende dalle preferenze individuali e dalle esigenze specifiche del soggetto, coinvolto nel training di potenziamento cognitivo. I training multifattoriali rappresentano un approccio completo alla promozione della memoria, in cui si considerano numerosi fattori, sia cognitivi che non cognitivi, che influenzano la prestazione di memoria degli individui. Questi training includono insegnamenti di strategie di memoria, sessioni di pre-training psicoeducative e altre attività. I quattro fattori che influenzano la prestazione di memoria, all’interno di questi programmi multifattoriali sono: l’attività di codifica., che concerne su come le informazioni vengono elaborate e memorizzate. Gli aspetti chiave includono l’organizzazione delle informazioni, la ripetizione e l’uso di mnemotecniche per migliorare la codifica. Le caratteristiche del soggetto includono variabili sia cognitive che non cognitive. Le prime coinvolgono le abilità verbali, l’attenzione e altre capacità cognitive. Le variabili non cognitive comprendono le convinzioni personali, lo stato emotivo, i livelli di ansia e altri aspetti psicologici che influenzano la memoria. I fattori legati al recupero; interessano il tipo di compito di memoria utilizzato per valutare la capacità di recupero delle informazioni. La natura del materiale; sono informazioni sul tipo di materiale coinvolto (verbale, visivo, ecc) che influenza la prestazione di memoria, poiché alcune strategie sono più efficaci in base ai differenti tipi di materiale coinvolto.

Approcci metacognitivi nei programmi di potenziamento della memoria

Nell’ultimo decennio, c’è stata una crescente attenzione all’importanza degli aspetti metacognitivi nella performance di memoria degli anziani. Gli aspetti metacognitivi, come la metamemoria (cioè la conoscenza e la consapevolezza della memoria da parte di un individuo), sono riconosciuti come un elemento chiave che può contribuire al miglioramento della performance cognitiva e al mantenimento degli effetti derivanti dagli allenamenti di memoria (Flavell et al., 1971). I cambiamenti metacognitivi non si verificano spontaneamente ma richiedono attività e insegnamenti specifici. Alcuni studi hanno suggerito l’inclusione di attività mirate a migliorare gli aspetti metacognitivi nei programmi di potenziamento cognitivo, al fine di massimizzare i benefici ottenuti dai training multifattoriali. I training strategico-metacognitivi si basano sull’insegnamento di strategie mnemoniche e metacognitive, nonché sulla promozione di una comprensione più profonda del funzionamento della memoria. Gli obiettivi principali di questi training includono: la modifica delle conoscenze e delle credenze erronee relative al funzionamento della memoria, la gestione di emozioni e vissuti negativi legati alle prestazioni mnemoniche e il potenziamento della memoria attraverso l’insegnamento di strategie e mnemotecniche efficaci. Ai partecipanti vengono insegnate diverse strategie mnemoniche, come la creazione di immagini mentali e frasi, e sono incoraggiati ad applicarle a compiti di memoria specifici. Uno degli obiettivi chiave è la “generalizzazione”, cioè la capacità di estendere le strategie apprese, in altri compiti cognitivi. Gli anziani vengono attivamente coinvolti su come adattare le strategie a nuovi compiti, incoraggiando la “learner-oriented”, cosicché possano applicare in modo flessibile le strategie in situazioni diverse (Bottiroli et al., 2013). Successivamente vengono resi partecipi nella fase di “adattamento delle strategie”, che implica un orientamento su come adattare le strategie alle caratteristiche dei nuovi compiti. Il training può essere condotto collettivamente o in modalità autogestita, con l’uso di manuali e valutazioni periodiche. I risultati indicano un miglioramento delle prestazioni degli anziani nei compiti praticati durante il training , nonché in compiti non direttamente praticati, ma discussi. Questo suggerisce che l’insegnamento delle strategie e la capacità di adattarle, sono efficaci nel migliorare le capacità cognitive degli anziani. Un altro metodo, che appartiene all’ambito dei training strategico-metacognitivi è il “Lab I empowerment cognitivo” (De Beni et al., 2008) che combina l’insegnamento di diverse strategie mnemoniche con un intervento metacognitivo ed emotivo-motivazionale. Questo approccio mira a modificare gli atteggiamenti che coinvolgono la memoria, attraverso l’insegnamento di strategie di reiterazione, creazione di storie e immagini mentali interattive. L’insegnamento di queste diverse strategie permette agli anziani di scegliere tra le varie alternative, quella più adatta al compito da svolgere. I training process-based sono programmi di addestramento cognitivo mirati a migliorare alcune delle principali abilità cognitive, come le funzioni esecutive, la velocità di elaborazione e la memoria di lavoro (MdL). Questi training si concentrano su compiti complessi che richiedono un’elaborazione attiva delle informazioni, il mantenimento di informazioni in memoria e il miglioramento delle capacità della memoria di lavoro. L’obiettivo principale dei process-based è dimostrare se i benefici osservati sono dovuti allo sviluppo di nuove abilità cognitive o a miglioramenti nei meccanismi cognitivi di base. Questi training sono spesso utilizzati per potenziare la memoria di lavoro, un’abilità chiave che consente di elaborare e manipolare informazioni temporaneamente. Esistono varie tipologie di compiti utilizzati per il potenziamento della MdL , tra cui: compiti complessi di MdL, compiti di N-back e running memory span. Questi compiti richiedono al partecipante di mantenere e manipolare informazioni nella memoria di lavoro. Nei training process-based, può variare il tipo di materiale da elaborare (uditivo, visivo, verbale) e le richieste del compito, per evitare l’effetto pratica (Borella & Caretti., 2020), cosicché i partecipanti non si abituino completamente al compito. Spesso questi training utilizzano una procedura adattiva in cui la difficoltà del compito aumenta o diminuisce, in base alle risposte del partecipante nel corso dell’allenamento, così facendo si favorisce e promuove la plasticità. Questo metodo mira a mantenere la motivazione del partecipante e a garantire che il compito sia sfidante ma gestibile. Questi training potrebbero non solo portare a miglioramenti nelle abilità cognitive di base, ma anche a cambiamenti motivazionali e di interesse verso le attività proposte, promuovendo l’adesione e la partecipazione attiva. Inoltre, risultano utili nell’invecchiamento per mantenere e potenziare le abilità cognitive.

La seconda parte sarà pubblicata il giorno 4 Dicembre 24

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