Tecniche e Strategie di Potenziamento Cognitivo: Una Panoramica sui Training per Adulti e Anziani 2* Parte

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Pianificazione e Valutazione del Trattamento Riabilitativo

Due sono gli approcci che guidano la scelta del piano riabilitativo da perseguire: i metodi restitutivi e i metodi compensativi. Tali tecniche permettono al paziente di andare incontro a un miglioramento in seguito ad una lesione cerebrale, che si ripercuote su determinate funzioni cognitive. Si può agire sottoponendo il paziente a una serie di esercizi che stimolano la funzione cognitiva colpita e ne restituiscono l’efficacia. In alternativa, attraverso l’approccio compensativo, si può insegnare al paziente a far uso delle funzioni risparmiate dalla lesione, per compensare la funzione deficitaria. Entrambi gli approcci hanno i loro vantaggi e svantaggi, e la scelta tra di essi dipende da diversi fattori, tra cui la natura del deficit, la gravità della lesione e le esigenze specifiche del paziente. Gli approcci compensativi, possono essere più efficaci, veloci e semplici, specialmente nei casi di pazienti gravi. Questi approcci insegnano al paziente a utilizzare strategie o ausili esterni per gestire i deficit cognitivi. Tuttavia, hanno il limite di non costituire una vera riabilitazione della funzione compromessa, ma piuttosto un apprendimento alternativo. Ciò può comportare una diminuzione dell’uso e dell’esercizio della funzione deficitaria, rallentando il recupero spontaneo. Gli approcci restituivi , d’altro canto, agiscono direttamente sulla funzione danneggiata, cercando di favorire il recupero diretto del deficit. Eventuali benefici di tali approcci si estenderanno automaticamente a tutti i contesti in cui la funzione riabilitata è coinvolta. Tuttavia, possono richiedere un trattamento più lungo e impegnativo per il paziente, e non sempre garantiscono risultati positivi. Questi approcci richiedono anche una selezione attenta delle attività e degli esercizi da eseguire, bilanciando la stimolazione con la capacità di elaborazione del paziente. La scelta tra un approccio restitutivo e uno compensativo dovrebbe essere fatta in modo individuale, tenendo conto delle condizioni specifiche del paziente, tra cui il tipo di deficit, la gravità della lesione, le capacità residue e le esigenze del paziente e della sua famiglia. In alcuni casi, una combinazione di entrambi gli approcci potrebbe essere appropriata per massimizzare il recupero cognitivo e migliorare la qualità della vita del paziente. I trattamenti riabilitativi scelti per la gestione delle funzioni deficitarie, si caratterizzano per attenersi ad alcuni principi di base che promuovono il miglioramento cognitivo nei pazienti affetti da lesioni cerebrali e disturbi cognitivi. Inoltre, questi principi mirano a fornire una struttura chiara e efficace per il percorso di riabilitazione. Il trattamento deve iniziare con esercizi di difficoltà adeguata per stimolare il miglioramento, ma non troppo complessi da risultare scoraggianti. La gradualità, è un importante principio che consente al paziente di apprendere progressivamente e ridurre il divario tra la gravità del deficit e la complessità del compito. Deve essere stabilito un punto di riferimento o un criterio di successo (cut-off) per ciascun compito. Questo criterio può essere basato sul miglioramento del paziente rispetto alle sue prestazioni iniziali, su un livello generico di accuratezza o sui dati normativi del campione di riferimento. L’uso di dati normativi fornisce un parametro obiettivo per il raggiungimento delle finalità. I compiti devono essere organizzati in una sequenza gerarchica, andando dai meno impegnativi ai più difficili. Questa strutturazione è proporzionata alle capacità del paziente, consentendo un progresso graduale nel corso del trattamento. Per ciascun compito, è importante prevedere diverse varianti, modificando gli stimoli forniti. Questo aiuta il paziente a generalizzare le abilità apprese a materiali diversi e a situazioni reali. Il paziente deve essere esposto in modo intensivo e ripetuto ai compiti, per massimizzare il beneficio terapeutico. Tale condizione aiuta a consolidare le abilità e a superare eventuali automatismi errati, sviluppati per compensare il deficit. Questi principi forniscono una guida utile per pianificare trattamenti individualizzati e mirati, che tengano conto delle specifiche esigenze del paziente e dei suoi obiettivi di riabilitazione. Un piano di trattamento ben strutturato può contribuire notevolmente al miglioramento delle funzioni cognitive e alla qualità di vita dei pazienti affetti da disturbi neurologici o lesioni cerebrali (Hussenoeder et al., 2020). Il neuropsicologo nel pianificare un trattamento riabilitativo, deve:

Formulare una diagnosi chiara, basandosi su un modello teorico di riferimento.

Stabilire gli obiettivi del trattamento che permettono di indicare cosa si spera di ottenere attraverso la riabilitazione.

Scegliere l’approccio riabilitativo, decidendo se adottare un approccio compensativo o restituivo, in base agli obiettivi e alle specifiche capacità e deficit del paziente.

Stabilire un programma di intervento, definendo una sequenza progressiva di compiti da svolgere, basata sulle componenti specifiche da trattare. La difficoltà e la progressione dei compiti dovrebbero essere adattate in base alle prestazioni del paziente rispetto a un campione di riferimento sano.

Stabilire un piano temporale di trattamento, esplicando il periodo di tempo previsto per il trattamento, includendo una stimolazione intensiva e correggendo eventuali comportamenti errati, sviluppati spontaneamente.

Questi passaggi consentono di pianificare un trattamento riabilitativo personalizzato e strutturato, mirato a migliorare le funzioni cognitive . La pianificazione accurata è essenziale per massimizzare i benefici e aiutare il paziente a recuperare al meglio le sue abilità cognitive. L’efficacia di un trattamento riabilitativo viene valutata a vari livelli di generalizzazione. Si inizia con una valutazione iniziale (baseline) prima dell’inizio del trattamento, per stabilire il punto di partenza e comprendere il livello di deficit cognitivo del paziente. Dopo la fase di trattamento, è essenziale eseguire una valutazione finale per determinare se ci sono miglioramenti specifici nelle funzioni trattate durante il training. Per valutare il mantenimento degli effetti a lungo termine, è necessario condurre valutazioni di follow-up periodicamente, dopo la conclusione del trattamento. Questo aiuta a determinare se i benefici ottenuti persistono nel tempo. È importante dimostrare che gli effetti del trattamento si generalizzano anche a stimoli, compiti o situazioni non direttamente trattati durante il training. Questo conferma che il trattamento ha avuto un impatto positivo su un’ampia gamma di funzioni cognitive. Bisogna valutare i casi in cui la funzione trattata ha un ruolo e le circostanze influenzate negativamente dal disturbo cognitivo, prima del trattamento. Questo dimostra l’effetto del trattamento su tutta la gamma di abilità coinvolte. Per valutare l’impatto del trattamento nella vita quotidiana del paziente, si possono utilizzare misure di valutazione delle attività quotidiane e del benessere percepito dal paziente e dalla sua famiglia. Infine bisogna assicurarsi che i benefici del trattamento siano stabili e perdurino nel tempo attraverso valutazioni di follow-up (Grossman et al., 2016). Questi passaggi contribuiscono a garantire l’efficacia del trattamento non solo in un contesto clinico e di laboratorio, ma anche nella vita quotidiana del paziente. La valutazione degli effetti del trattamento riabilitativo è un elemento cruciale nella pratica neuropsicologica, in quanto consente di misurare l’efficacia dei programmi riabilitativi e apportare eventuali miglioramenti dei risultati ottenuti. La valutazione che il clinico deve seguire prima di intraprendere un trattamento terapeutico inizia con l’analisi della capacità del paziente di fornire un’anamnesi. Se il paziente non è in grado di rispondere alle domande e fornire informazioni complete, il clinico deve cercare di ottenere dati da altre fonti, come familiari o assistenti. È importante condurre un colloquio aperto e rispettoso , utilizzando domande che consentano al paziente di raccontarsi con parole proprie. Questo approccio richiede tempo ma permette al paziente di esprimere le proprie circostanze sociali e reazioni emotive. Il clinico deve capire cosa ha portato il paziente a cercare una valutazione e come i sintomi influenzano il funzionamento sociale, professionale ed interpersonale del paziente. La valutazione dello stato mentale si basa sull’osservazione e sulle domande poste per valutare diverse aree, tra cui discorso, espressività emotiva, pensiero, percezione e funzioni cognitive. Si presta attenzione a elementi come la spontaneità, la sintassi e il ritmo del linguaggio del paziente. Anomalie come disartrie e afasie possono rivelare cause organiche delle modificazioni dello stato mentale. Si osservano il tono della voce, la postura, la gestualità e le espressioni del volto del paziente. Si valuta anche l’umore (stato emotivo riportato dal paziente) e l’affetto (espressione dello stato emotivo osservata dall’intervistatore). Si presta attenzione alla condizione anormale del pensiero, come deliri, idee di riferimento e ossessioni. Si analizza anche la modalità con cui il pensiero viene comunicato. Queste valutazioni sono fondamentali per stabilire una conoscenza completa dello stato in cui si trova il paziente e per determinare la necessità e l’approccio di trattamento appropriati.

Bibliografia

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Grossman M, Irwin D.J (2016). The Mental Status Examination in Patients With Suspected Dementia. Continuum (Minneap Minn).22(2 Dementia):385-403.

Hussenoeder, F. S., Conrad, I., Roehr, S., Fuchs, A., Pentzek, M., Riedel-Heller, S. G. (2020). The Role of Cognitive Reserve in Cognitive Functioning in the Oldest Old: A Population-Based Study. Journal of Alzheimer’s Disease, 74(4), 1223-1232.

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ESPERIENZA LAVORATIVA Tirocinio curriculare Studio pedagogico Ottimamente [ 16/11/2020 – 29/03/2021 ] Città: Messina | Paese: Italia - Utilizzo della tecnica di Role Playing formativo - Progettazione di interventi mirati al potenziamento e miglioramento delle capacità cognitive dei pazienti - Somministrazione di test e analisi dei dati, quali: test IPDA, Prove MT, test Teoria della Mente, prove BVN -Osservazione delle sedute di trattamento dell'equipe Tirocinio curriculare Centro Polieducativo Ci sono Anch'io [ 01/02/2023 – 19/04/2023 ] Città: Pace del Mela | Paese: Italia - Creazione di progetti riabilitativi personalizzati e multidisciplinari attraverso attività di potenziamento cognitivo, progetti di inclusione sociale e attività laboratoriali - Osservazione delle sedute di trattamento, della somministrazione di test cognitivi e analisi dei dati - Compilazione delle cartelle cliniche dei singoli pazienti -Formulazione ipotesi diagnostiche -Partecipazione alle riunioni di equipe e ai gruppi di supervisione dei casi clinici Tirocinio pratico-valutativo A.O.U Policlinico G. Martino Città: Messina | Paese: Italia - Esame neuropsicologico e valutazione qualitativa: colloquio clinico anamnestico, screening, raccolta e interpretazione di informazioni - Somministrazione di test psicometrici standardizzati, acquisizione di criteri e procedure per la valutazione della memoria, del linguaggio, funzioni esecutive, abilità visuo-spaziali, intelligenza e comportamento - Osservazione clinica della sintomatologia e dei prodromi patognomonici di trauma cranico, sclerosi multipla, sindromi epilettiche, sindromi endocrino-metaboliche, idrocefalo normoteso Mentoring e orientamento- Progetto PNRR "Il successo è una scelta!" 2023/2024 Istituto comprensivo statale "Enotrio Pugliese"- scuola secondaria di primo grado Città: San Costantino Calabro (v.v) | Paese: Italia - Azioni di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica ISTRUZIONE E FORMAZIONE Diploma maturità scientifica Liceo Scientifico Statale G. 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