Mangiare è molto più di un istinto di sopravvivenza o la soddisfazione di una necessità biologica; mangiare è rapportarsi a sè, all’altro, al cibo: mangiare è ENTRARE IN RELAZIONE. Nella primissima infanzia, la sopravvivenza è strettamente legata alla ricerca del benessere: il processo alimentare è al centro della vita emotiva del neonato e tutto gravita attorno ad esso con le emozioni più importanti: soddisfazione, paura, rabbia.
Il benessere organico che deriva dal soddisfacimento qualitativo e quantitativo della nutrizione, diviene benessere relazionale fondamentale per la costruzione della personalità dell’individuo e dell’identità sociale. Il processo alimentare è al centro della VITA EMOTIVA di ogni neonato e tutto gravita attorno ad esso con le emozioni più importanti: soddisfazione, paura, rabbia.
Il momento della “poppata” è, in questo senso, un momento di grande INTIMITA’: madre e bambino imparano a conoscersi, inizia il primo ancestrale dialogo tra i due fatto di sguardi, pause versi e sorrisi ecco la prima meravigliosa forma di RELAZIONE. Man mano che il bambino cresce avrà la possibilità di entrare in contatto con altri cibi oltre al latte, che può considerarsi prima forma di nutrimento e di relazione sociale.
Accade infatti che, poco dopo l’inizio dello svezzamento, il bimbo inizi a provare curiosità verso i nuovi cibi assaporando diversi gusti e consistenze e cominci a “volerli toccare”. La manipolazione del cibo incuriosisce il bambino e lo spinge maggiormente verso l’assaggio.
Conoscere gli alimenti significa per il bambino fare conoscenza con l’aspetto visivo, gustativo, olfattivo e tattile del cibo. Il bambino amplia il proprio mondo gustativo e fa nuove esperienze sensoriali, supera eventuali diffidenze e accoglie meglio nuove proposte alimentari. Attraverso l’approccio tattile e visivo con i vari cibi i bambini imparano a:
1) Percepire e riconoscere, grazie al tatto, le diverse consistenze degli alimenti
2) Percepire, riconoscere e denominare i colori dei vari alimenti, scoprendone somiglianze e differenze.
3) Conoscere le diverse tipologie del gusto: amaro, dolce, salato, aspro, intensità dei sapori, ricerca degli elementi che determinano i vari gusti.
4) Individuare ciò che piace e non piace, sapendo esprimere le proprie preferenze.
5) Imparare ad assaggiare.
6) Sviluppare le prime autonomie
Quindi cosa accade se lasciamo manipolare gli alimenti ai nostri piccoli? Li aiutiamo a scoprire il “mondo” e non solo quello alimentare. Approcciare al cibo con tutti i sensi, in particolar modo attraverso quello tattile ha una valenza PEDAGOGICA importantissima e rappresenta un momento di “magica” libertà e creatività, e … pazienza se avremo pappa un po’ ovunque, il tempo per spiegare ai cuccioli che il momento del pasto è un momento “dedicato” non tarderà ad arrivare … !
E dal punto di vista prettamente nutrizionale?
Sul sito del Ministero della Salute si trovano molte informazioni sulle pratiche ottimali di alimentazione del lattante e del bambino fino a tre anni. La premessa è che l’Unione Europea considera la NUTRIZIONE come uno dei determinanti principali della salute umana a partire dall’allattamento al seno a meno che non ci siano episodi di intolleranza o allergia al latte vaccino.
Anticipare troppo lo svezzamento non conviene perché: il latte materno è l’alimento di maggiore qualità, inoltre i neonati non sono in grado di digerire tutti gli alimenti, l’assunzione di alcuni alimenti potrebbe esporre i neonati ad alcuni rischi come diarrea per la presenza di determinati patogeni, senza considerare le allergie.
Ad ogni modo dopo i sei mesi il latte della mamma potrebbe non essere più sufficiente ed allora si introduce l’alimentazione complementare fino al primo anno di età. Quindi si passa ad un’alimentazione semi-solida e solida seguendo i gusti del bambino e le tradizioni di famiglia.
Da preferire vegetali cotti, banana pera e mela grattugiata e crema di riso aggiunta nel latte, riso e carne bianca debitamente passata. Dopo i 7 mesi si possono introdurre anche i cereali leggendo bene le etichette e dopo il 1° anno di vita praticamente tutto, in modo che il bambino si alimenti in modo equilibrato