Un cerotto cardiaco artificiale ripara i danni causati da un infarto

In un articolo pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, gli scienziati hanno descritto questi cerotti come una promettente metodologia di intervento in grado di migliorare il recupero puntuale delle zone lesionate.

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I ricercatori della North Carolina State University hanno sviluppato un cerotto cardiaco artificiale in grado di accelerare la guarigione delle cellule cardiache a seguito di lesioni causate da un infarto. In un articolo pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, gli scienziati hanno descritto questi cerotti come una promettente metodologia di intervento in grado di migliorare il recupero puntuale delle zone lesionate.

E’ stato sviluppato un cerotto cardiaco artificiale che può potenzialmente risolvere i problemi associati all’utilizzo di cellule vive, pur continuando a fornire una terapia efficace sul sito interessato. Il team ha costruito il cerotto sulla base di una struttura derivata dal tessuto cardiaco di un maiale.

“Abbiamo poi utilizzato un polimero biodegradabile con fattori di riparazione da incorporare nella matrice di partenza. In questo modo abbiamo ottenuto un cerotto che conteneva tutte le sostanze secrete dall’organismo, ma privo di cellule vive, che potrebbero innescare risposta immunitaria”, spiegano i ricercatori, sottolineando che i test effettuati sul modello cardiaco di un ratto hanno mostrato una capacità di migliorare il tessuto per circa il 50 per cento in un periodo di tre settimane, con la presenza di cicatrici ridotta del 30 per cento rispetto agli esemplari in cui non era stato applicato il cerotto.

E’ stato condotto uno studio anche sul tessuto cardiaco di un maiale, e dopo sette giorni si è manifestata una riduzione delle cicatrici di circa il 30 per cento in alcune regioni.

“La nostra soluzione può inoltre essere congelata e conservata in modo sicuro per almeno 30 giorni, dato che non sono coinvolte cellule vive. È il primo passo verso una soluzione definitiva per le terapie che richiedono il cerotto cardiaco”, concludono i ricercatori.

 

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