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Secondo uno studio pubblicato su International Forum of Allergy & Rhinology, le alterazioni dell’olfatto e del gusto sono fortemente associate alla positività a Sars-CoV-2. La diffusione rapida del virus e la preoccupazione per la trasmissione da parte di pazienti con sintomi minimi o nulli rendono importantissima la ricerca di segni precoci o subclinici dell’infezione.
«Tra i sintomi candidati per questo scopo vi sono ageusia e anosmia, che sono stati finora riferiti solo aneddoticamente. Abbiamo cercato di comprendere meglio l’associazione tra la perdita di olfatto e gusto e Covid-19, e i tempi in cui questa si verifica, per facilitare lo screening e l’isolamento precoce dei casi» spiega Carol Yan, della University of California San Diego Health a La Jolla, prima autrice dello studio.
I ricercatori hanno sottoposto, dal 3 al 29 marzo 2020, un totale di 1.480 pazienti con sintomi simil-influenzali a tampone per rilevare Covid-19. Sono stati inclusi nello studio i dati di 59 su 102 pazienti positivi per Covid-19 e 203 su 1.378 pazienti negativi per la malattia. Ebbene, l’analisi dei dati ha rivelato che il 68% dei pazienti risultati positivi al test ha riferito una perdita dell’olfatto e il 71% del gusto. Nel gruppo dei pazienti negativi, invece, solo il 16% ha dichiarato di aver perso l’olfatto e il 17% il gusto.
Gli esperti sottolineano la presenza di associazioni indipendenti e forti per quanto riguarda l’alterazione del gusto e dell’olfatto e la positività a Covid-19 (odds ratio aggiustato per anosmia pari a 10,9, per ageusia a 10,2). Il mal di gola è risultato invece correlato con la negatività a Covid-19 (odds ratio 0,23). Il 74% dei pazienti che hanno riferito la perdita dell’olfatto in correlazione alla malattia da coronavirus ha poi dichiarato che l’anosmia è scomparsa con la risoluzione clinica della patologia.
«Il nostro studio supporta il fatto che la perdita dell’olfatto e del gusto possa essere utilizzata nell’ambito di uno screening intensificato per rilevare le infezioni da Covid-19 per tentare di ridurre il rischio di trasmissione della malattia da casi pauci-sintomatici» concludono gli autori.
International Forum of Allergy & Rhinology 2020. Doi: 10.1002/alr.22579
https://doi.org/10.1002/alr.22579