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La quarantena delle persone che hanno avuto contatti con pazienti infetti da malattia da nuovo coronavirus sembra efficace per ridurre il numero di individui colpiti e i decessi. Questo è quanto sostiene una revisione Cochrane recentemente pubblicata e diretta da Barbara Nussbaumer-Streit, della Danube University Krems in Austria.
Gli esperti hanno condotto una revisione rapida per esaminare gli effetti della quarantena delle persone che hanno avuto contatti con casi confermati di Covid-19, includendo i dati di 29 studi, tra cui 10 studi di modellazione. Così facendo, hanno osservato un vantaggio consistente delle misure di quarantena simulate negli studi di modellazione, con una riduzione dal 44% all’81% dei casi di incidenti e dal 31% al 63% dei decessi rispetto a scenari in cui non venivano applicate o venivano applicate in parte. Sulla base di prove di certezza molto bassa, i ricercatori indicano che prima vengono prese misure di quarantena, maggiore è il risparmio sui costi.
Si è osservato anche, in base a prove di scarsa certezza, che la quarantena di viaggiatori provenienti da un paese in cui vi sia un focolaio può avere un piccolo effetto sulla riduzione dell’incidenza e dei decessi. I modelli hanno dimostrato un effetto maggiore sulla riduzione di nuovi casi, trasmissioni e decessi in caso di combinazione della quarantena con altre misure di prevenzione e controllo, tra cui chiusure scolastiche, restrizioni di viaggio e distanziamento sociale rispetto alle misure prese singolarmente.
«La quarantena può aiutare a contenere l’epidemia di Covid-19, ma i governi dovranno monitorare costantemente la situazione dell’epidemia a livello locale al fine di mantenere il meglio possibile un equilibrio tra le misure in atto» dice Nussbaumer-Streit.
E mentre si afferma quindi la validità di queste misure restrittive oggi, un altro studio, pubblicato su Science, si focalizza su quello che potrà succedere più avanti. Secondo Stephen Kissler, della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston, e il suo gruppo di lavoro, infatti, è urgente comprendere come sarà il futuro della trasmissione malattia da nuovo coronavirus.
«Abbiamo utilizzato stime di stagionalità e immunità note per i betacoronavirus OC43 e HKU1, tratte dai dati delle serie storiche statunitensi, per creare un modello di trasmissione per SARS-CoV-2» spiega Kissler. Gli esperti hanno previsto che probabilmente si verificheranno focolai ricorrenti invernali di SARS-CoV-2 dopo l’ondata pandemica iniziale più grave, e pensano che, per evitare un superamento delle capacità delle terapie intensive dei vari paesi, potrebbe essere necessario fino al 2022 un distanziamento sociale prolungato o intermittente, in assenza di altri interventi.
Se venissero presi altri provvedimenti, come un aumento della capacità delle terapie intensive e una terapia efficace, si potrebbe utilizzare al meglio il distanziamento intermittente e accelerare così l’immunità di gregge. «Sono necessari urgentemente studi sierologici longitudinali per determinare l’estensione e la durata dell’immunità a Sars-Cov-2. Anche in caso di apparente eliminazione, si dovrà comunque mantenere alta l’attenzione, perchè potrebbe esserci una ripresa del contagio nel 2024» concludono gli autori.
Cochrane Database Syst Rev. 2020. Doi: 10.1002/14651858.CD013574
https://doi.org/10.1002/14651858.CD013574
Science 2020. Doi: 10.1126/science.abb5793
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32291278