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Secondo uno studio pubblicato sullo European Journal of Neurology, i disturbi di olfatto e gusto di nuova insorgenza sono significativamente più frequenti tra i pazienti Covid-19 rispetto ai pazienti affetti da influenza, e si sono di solito presentati in maniera acuta e all’inizio della malattia.
«Alcune infezioni dell’apparato respiratorio, tra cui Covid-19, possono causare questo tipo di disturbi con frequenza aumentata. Per questo abbiamo voluto verificare se effettivamente fossero più frequenti tra i pazienti con Covid-19 rispetto ai pazienti con influenza» spiega Álvaro Beltrán Corbellini, dello University Hospital Ramón y Cajal di Madrid, in Spagna, primo autore dello studio.
I ricercatori hanno valutato i dati di pazienti ricoverati in due centri di assistenza terziaria risultati positivi a Covid-19 e a influenza con conferma tramite Pcr, ai quali hanno proposto un questionario. Sono stati inclusi 79 casi e 40 controlli, e non sono state riscontrate differenze significative nelle caratteristiche basali tra i due gruppi.
Si è visto che i disturbi del gusto e dell’olfatto si sono presentati in maniera significativamente più frequente tra le persone con Covid-19 (39,2%) rispetto al gruppo di controllo (12,5%). Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che i pazienti con Covid-19 e disturbi di gusto e olfatto di nuova insorgenza erano significativamente più giovani rispetto ai pazienti Covid-19 senza disturbi di questo tipo (52,6 anni in media rispetto a 67,4).
Tra i pazienti con Covid‐19 che presentavano disturbi del gusto e dell’olfatto, 22 (70,9%) hanno ricordato un esordio acuto e 11 (35,5%) una presentazione precoce del problema. Entrando nel dettaglio, gli esperti hanno osservato che 25 persone (80,6%) hanno mostrato disturbi dell’olfatto (in 14 casi anosmia) e 28 (90,3%) disturbi del gusto (in 14 casi ageusia). Solo in quattro casi si è verificata anche ostruzione nasale concomitante. Il disturbo è durato mediamente 7,5 giorni.
«Suggeriamo che la presenza di disturbi di gusto e olfatto nell’anamnesi sia suggestiva della presenza di infezione Covid-19 e che funga da presupposto per consigliare l’autoisolamento delle persone nell’attuale contesto epidemico» concludono gli autori.
Eur J Neurology 2020. Doi: 10.1111/ene.14273