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Secondo un nuovo studio pubblicato su Neurology, permane un divario del 13% tra il numero di uomini e donne trattati con trombolisi per l‘ictus, ma la differenza si è ridotta rispetto ai primi anni 2000, quando le pazienti avevano il 30% in meno di probabilità di ricevere un trattamento rispetto agli uomini. «Siamo incoraggiati dal fatto che questo divario terapeutico si sia ridotto, ma sono necessarie ulteriori ricerche sul perché esso persista e sul fatto che la riduzione sia ancora in divenire» dice Mathew Reeves, della Michigan State University di East Lansing, Stati Uniti, autore senior dello studio.
I ricercatori hanno esaminato 24 studi pubblicati tra il 2008 e il 2018 per un totale di oltre un milione di pazienti con ictus, osservando nella maggior parte degli studi differenze tra lo 0,5% e l’1,0% nel trattamento dell’ictus tra uomini e donne, con la differenza più grande pari all’8,4%. La differenza assoluta nei tassi di trattamento tra uomini e donne era modesta, tuttavia, anche piccole differenze possono tradursi in un numero elevato di donne non trattate, dato che l’ictus è comune nella popolazione anziana. Inoltre, la mancata trombolisi ha conseguenze maggiori sulle donne, poiché tendono ad avere una disabilità più grave e hanno una mortalità post-ictus più elevata rispetto agli uomini. Secondo gli autori, uno dei motivi della differenza della gestione tra uomini e donne potrebbe essere che le donne hanno molte più probabilità di vivere da sole, quindi possono arrivare più tardi in ospedale o non essere consapevoli di quando i loro sintomi sono iniziati rispetto alle persone che vivono con un partner. «Per essere efficaci, i trattamenti anti-coagulazione devono essere somministrati entro poche ore dall’insorgenza dell’ictus, quindi in caso di ritardo le persone non saranno idonee al trattamento» spiega Reeves. Un altro motivo potrebbe essere che l’ictus nelle donne può portare a sintomi atipici, quindi la diagnosi può essere più complicata o richiedere più tempo. Le donne hanno infatti maggiori probabilità di presentare sintomi non tradizionali come perdita di vigilanza, debolezza o incontinenza. Secondo gli autori, una limitazione della metanalisi è che gli studi hanno utilizzato metodi e campionamento diversi, rendendo difficile il confronto dei risultati.
Neurology 2020. Doi: 10.1212/WNL.0000000000009733
https://doi.org/10.1212/WNL.0000000000009733