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Lo studio, che ha incluso 582 bambini e adolescenti di età compresa tra 3 giorni e 18 anni, ha rilevato che, sebbene il 62% dei giovani pazienti fosse ricoverata in ospedale, meno di uno su dieci ha avuto bisogno del trattamento in terapia intensiva. «Il nostro lavoro fornisce la panoramica più completa di Covid-19 su bambini e adolescenti fino ad oggi. Siamo stati rassicurati nel constatare che il tasso di letalità nella nostra coorte era molto basso, ed è probabile che sia ancora sostanzialmente più basso, dato che molti bambini con malattia lieve non sono probabilmente giunti all’attenzione dei medici e quindi non sono inclusi nei conteggi» spiega Marc Tebruegge, dell’Ucl Great Ormond Street Institute of Child Health di Londra, Regno Unito, autore principale dello studio. «Tuttavia, prosegue, ci sono anche bambini che sviluppano forme gravi della malattia, e richiedono un supporto di terapia intensiva, e questo dovrebbe essere tenuto in considerazione quando si pianifica e si dà priorità alle risorse sanitarie man mano che la pandemia progredisce».
Lo studio, che ha coinvolto 82 istituti sanitari specializzati in 25 paesi europei, è stato condotto dal 1 al 24 aprile 2020, durante il picco iniziale della pandemia nel continente. Tutti i 582 pazienti inclusi nello studio hanno ricevuto conferma dell’infezione mediante Pcr. Gli esperti sottolineano che solo il 25% dei bambini presentava condizioni mediche preesistenti, in contrasto con gli adulti, in cui la percentuale di pazienti con comorbilità è in genere molto più elevata, probabilmente perché i più giovani hanno meno problemi medici cronici. Nel 65% dei casi era presente febbre, nel 54% segni di infezione dell’apparato respiratorio superiore e nel 25% polmonite. Sintomi gastrointestinali sono stati riportati nel 22% dei bambini, e 40 di questi non ha presentato sintomi respiratori. Circa 92 bambini (16%), la maggior parte dei quali sono stati testati a causa del contatto ravvicinato con un caso noto, non hanno manifestato alcun sintomo. L’87% dei pazienti non ha richiesto ossigeno o altri supporti respiratori, e solo 25 bambini hanno necessitato di ventilazione meccanica, in genere per un periodo prolungato. Il numero di pazienti che ricevevano terapie antivirali o immunomodulanti è stato invece troppo basso per trarre conclusioni sull’efficacia di uno qualsiasi dei trattamenti utilizzati. La presenza di uno o più virus respiratori concomitanti a Sars-CoV-2, come quelli responsabili di raffreddore o influenza, è stata rilevata in 29 bambini. Di questi, il 24% ha richiesto cure intensive rispetto al 7% dei bambini senza virus aggiuntivi rilevati. Quattro pazienti sono deceduti durante il periodo di studio, due dei quali avevano condizioni mediche preesistenti, e tutti i pazienti deceduti avevano più di 10 anni. Il fatto che molti bambini con sintomi lievi non siano stati testati, e la mancanza di standardizzazione nello svolgimento dei test, rendono difficile generalizzare i risultati a una popolazione più ampia, secondo gli autori, ma il tasso di mortalità dei casi reali nei bambini è probabilmente inferiore a quello osservato in questo studio, che è pari allo 0,69%. Gli esperti concludono che sono urgentemente necessari ulteriori approfondimenti per avere dati solidi che aiutino i medici a prendere decisioni in merito alla migliore strategia terapeutica per i bambini.
Lancet Child & Adolescent Health 2020. Doi: 10.1016/S2352-4642(20)30177-2
https://doi.org/10.1016/S2352-4642(20)30177-2