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Già dagli otto anni di età è possibile identificare nei bambini i primi segnali di una particolare predisposizione allo sviluppo del diabete di tipo 2 nell’età adulta, secondo uno studio pubblicato su Diabetes Care. «Sapevamo che il diabete non si sviluppa nel giro di una notte. Quello che non sapevamo è quanto presto nella vita diventassero visibili i primi segni dell’attività della malattia, e quali fossero questi primi segni» spiega Joshua Bell, della University of Bristol, autore principale dello studio.
I ricercatori hanno esaminato l’applicazione di un punteggio di rischio genetico per lo sviluppo del diabete di tipo 2 in età adulta su campioni di sangue prelevati da oltre 4.000 partecipanti allo studio Children of the 90s all’età di 8, 16, 18 e 25 anni. I ricercatori hanno combinato le informazioni genetiche con un approccio di metabolomica, per cercare di identificare modelli specifici per le prime fasi dello sviluppo del diabete di tipo 2. Lo studio è stato condotto su giovani che erano liberi da diabete di tipo 2 e altre malattie croniche. Gli esperti hanno osservato in particolare che alcuni tipi di colesterolo Hdl sono risultati ridotti all’età di otto anni prima che altri tipi di colesterolo (incluso quello Ldl) risultassero aumentati, mentre l’infiammazione e gli aminoacidi sono risultati elevati dai 16 ai 18 anni. «Stiamo parlando in effetti di una predisposizione piuttosto che della malattia clinica stessa. La presenza di questi segni non significa che i giovani abbiano già il diabete, ma si tratta di sottili differenze nel metabolismo di alcuni individui che sono più inclini a sviluppare la malattia più avanti nella vita» precisa Bell. Secondo gli autori, questi dati possono aiutare a rivelare la biologia dello sviluppo del diabete e quali caratteristiche possono essere individuate tempo prima per prevenire l’insorgenza della malattia e le sue complicanze. «Questo è importante, perché sappiamo che gli effetti dannosi del glucosio nel sangue, come le malattie cardiache, non sono esclusivi delle persone con diabete diagnosticato, ma si estendono in misura minore a gran parte della popolazione» conclude Bell.
Diabetes Care 2020. Doi: 10.2337/dc19-2348
https://doi.org/10.2337/dc19-2348