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L’Italia è la prima al mondo a far diventare obbligatorio il Registro Nazionale Protesi Mammarie.
Reputo la ricostruzione come un importante fatto sociale, ogni anno in Italia vengono diagnosticati 50.000 nuovi casi di tumore al seno. Un numero imponente, che fa di quello al seno il tumore più diffuso nella popolazione femminile. Anche se il trend di incidenza tra il 2003 e il 2018 è in leggero aumento (+0,3% per anno) cala in maniera significativa la mortalità (-0,8% per anno).
Il BRA Day, (acronimo di Breast Reconstruction Awareness Day), la Giornata Internazionale per la consapevolezza della ricostruzione mammaria, si celebra quest’anno il 21 ottobre, giornata che serve per parlare delle nuove tecniche di ricostruzione e del percorso che vede coinvolte le donne per ristabilire la loro integrità, non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico.
La ricostruzione come un importante fatto sociale, secondo le nostre stime, oggi solo al 60% delle donne che si sono ammalate di tumore al seno viene ricostruito. Solo il 23% delle donne italiane colpite dal tumore alla mammella conosce l’ampia gamma di trattamenti disponibili per la ricostruzione del seno, mentre solo il 19% comprende che la tempestività del trattamento del cancro al seno e la decisione di sottoporsi alla ricostruzione ha un grande impatto sulle opzioni disponibili e sul risultato dell’operazione.
Questi sono i dati principali che faranno da leit motiv al Bra Day, la giornata internazionale della ricostruzione del seno, nata per favorire l’informazione, la conoscenza e l’accesso alle tecniche di ricostruzione mammaria. Questo è un appuntamento che si prefigge di diffondere informazioni più complete possibili sul tema della ricostruzione mammaria, per offrire alle donne che si trovano in questa situazione l’opportunità di fare scelte consapevoli, fondate sulla conoscenza delle tecniche più aggiornate che oggi assicurano un buon risultato sotto il profilo estetico, consentendo alle pazienti di non subire quel trauma psicologico causato dall’alterazione del proprio fisico e dell’immagine corporea. La ricostruzione mammaria è un diritto ed è un intervento completamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale e purtroppo in alcuni casi l’intervento non viene neanche proposto.
E, intanto, in Italia, si registra un importante traguardo, L’Italia è la prima al mondo a far diventare obbligatorio il Registro Nazionale Protesi Mammarie.
Inoltre, è anche la prima in assoluto ad avere la collaborazione dei distributori di protesi, cosa che consentirà maggiore controllo di questo mercato, sia del venduto che dell’impiantato. Era da tempo che si aspettava che diventasse obbligatorio un Registro che, come previsto dalla Legge di Bilancio, ha carattere di obbligatorietà.
Il registro sarà così organizzato: i distributori comunicheranno quali e quante siano esattamente le protesi mammarie distribuite/ vendute sul territorio Italiano; i medici comunicheranno importanti informazioni cliniche che consentiranno il monitoraggio del paziente impiantato.
Per poter tracciare tutti gli interventi è stato necessario partire dalla rilevazione di tutte le protesi distribuite sul territorio nazionale per associarle solo successivamente ai pazienti a cui siano impiantate, reso possibile dalla collaborazione di tutti i distributori che reso noto tutti i dispositivi che hanno messo in circolazione con tutti i codici identificativi necessari per la loro tracciabilità e che segnalano periodicamente a quale struttura sono stati venduti e quindi impiantati.
In questo modo il chirurgo, nel momento in cui impianta una protesi, non deve digitare alcun codice. Non si possono così verificare errori di trascrizione, a garanzia della corretta tracciabilità del dispositivo impiantato. Inoltre, con questo approccio il Ministero ha a disposizione uno strumento per verificare costantemente se per tutte le protesi che risultano vendute sia stata compilata la scheda del registro che le associa al paziente e richiamare, se necessario, le strutture inadempienti.
Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 50.000 nuovi casi di tumore al seno. Un numero imponente, che fa di quello al seno il tumore più diffuso nella popolazione femminile. Anche se il trend di incidenza tra il 2003 e il 2018 è in leggero aumento (+0,3% per anno) cala in maniera significativa la mortalità (-0,8% per anno).