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Secondo i dati pubblicati nel 2017 dalla World diabetes federation (Wdf) nel mondo sono 415 milioni le persone che vivono con il diabete (1 adulto su 11) e questo numero è destinato ad aumentare a 642 milioni nel 2040. In Italia, l’Istituto nazionale di statistica (Istat) stima che nel 2016 le persone con diabete sono oltre 3 milioni, cioè il 5,3% dell’intera popolazione. L’obiettivo della Giornata mondiale del Diabete è quello di sensibilizzare la popolazione sull’impatto che il diabete ha sulle persone e promuovere la prevenzione e la sua conoscenza, dato che, secondo alcuni dati in Italia il 3% delle persone tra i 35 ed i 69 anni ha il diabete ma non lo sa. In effetti, questa è una malattia “silenziosa” e quando viene diagnosticata può aver già creato gravi danni. La prevenzione, la diagnosi e la cura sono ovviamente più difficoltose in questo periodo dominato dalla pandemia da Covid-19. Questi i principali argomenti trattati nell’incontro web “Diabete e Covid. L’importanza della prevenzione” organizzato da Diabete Italia Onlus e Motore Sanità.
Il diabete è una patologia con cui possiamo convivere e che si può prevenire, ma è fondamentale una maggiore informazione e consapevolezza da parte di tutti i cittadini. Soprattutto nell’epoca del Covid-19 non bisogna allentare l’aderenza al monitoraggio e alle terapie: le persone con diabete devono misurare costantemente la glicemia e devono rivolgersi in caso di dubbi al proprio medico di fiducia e allo specialista. «Le persone che soffrono di diabete non hanno un rischio aumentato di contrarre il virus, se naturalmente rispettano tutti i corretti comportamenti di prevenzione, ma hanno un rischio di maggiore gravità di malattia in caso di contagio» spiega
Paolo Di Bartolo, presidente Amd (Associazione medici diabetologi). «I diabetici, quindi, sono da considerarsi persone più fragili anche perché spesso esprimono un’età avanzata e altre patologie che li pongono in una posizione di rischio in caso di contagio» specifica. «I pazienti diabetici, però, oltre a tutti le misure di sicurezza come il mantenimento del distanziamento sociale, l’indossare la mascherina e l’evitamento di assembramenti, non devono abbassare la guardia nei confronti della loro malattia. Nonostante le difficoltà che in questo periodo stanno riscontrando nel rimanere in collegamento con il sistema sanitario devono continuare a tenere alta la guardia sul controllo glicemico, mantenere l’aderenza alla terapia e devono continuare a fare attività fisica e perseguire le norme alimentari. Deve essere chiaro che un conto è andare incontro al virus con un buon livello glicemico e un altro affrontarlo con un diabete profondamente scompensato in partenza» dichiara Di Bartolo.
«La cura delle patologie croniche, anche durante questo periodo di emergenza Covid-19, deve rimanere una priorità. In particolare, dobbiamo assicurare ai bambini e adolescenti con diabete una adeguata continuità nelle cure e nell’assistenza» afferma Riccardo Schiaffini, dirigente medico I Livello Uoc Diabetologia – Ospedale pediatrico Bambino Gesù e coordinatore Gruppo di studio Siedp (Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica). «Inoltre, come Siedp, abbiamo voluto sottolineare che i bambini e gli adolescenti con diabete non debbono essere discriminati nel percorso tortuoso di frequenza scolastica. Dobbiamo garantire loro sicurezza e vigilanza, ma d’altra parte è necessario che proseguano nel loro percorso di crescita sociale e culturale».
Stefano Nervo, presidente Diabete Italia, solleva un’altra annosa questione. «Dal diabete non si guarisce, quindi ci si chiede perché ogni anno il paziente debba andare dal medico specialista per vedere rinnovati dei piani terapeutici che nella stragrande maggioranza sono identici di anno in anno. Il rinnovo è certamente un’occasione di controllo da parte dei medici, ma si potrebbero mettere in atto controlli più specifici e comunque tenere in considerazione che questi piani debbano essere rinnovati solo nel caso in cui debbano essere modificati». In tal senso, va citata una recente lettera indirizzata all’Aifa da Sid (Società italiana di diabetologia) e Amd per chiedere la proroga e l’abolizione dei piani terapeutici relativi ai farmaci anti-diabete e l’estensione ai medici di Medicina generale della facoltà di prescrivere anche i farmaci anti-diabetici di ultima generazione (analoghi Glp-1 e inibitori Sglt2).
(Fonte Doctor 33 )