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Chi viene ricoverato in ospedale con una diagnosi di scompenso cardiaco (Sc) potrebbe aver manifestato in passato sintomi precoci dell’incombente evento acuto che non sono stati tempestivamente riconosciuti dai medici, almeno secondo quanto conclude uno studio che ha messo a confronto tre coorti, ciascuna di oltre 26.000 pazienti ricoverati in ospedale per Sc di nuova diagnosi o stabile oppure per broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco).
«Il numero di visite ambulatoriali, di ricoveri per altri motivi o la frequenza di accessi al pronto soccorso ha iniziato a salire costantemente durante l’anno precedente, molto più tra le persone che hanno successivamente ricevuto una diagnosi di Sc o Bpco» esordisce
Kim Anderson, dell’ospedale Regina Elisabetta II di Halifax, Nuova Scozia , Canada, coautrice dell’articolo appena pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology: Heart Failure, precisando che l’incremento di prestazioni sanitarie è stato particolarmente marcato tra i pazienti con scompenso cardiaco rispetto a quelli con Bpco. «Molti soggetti che sviluppano gradualmente uno scompenso di cuore ricevono la diagnosi solo dopo un ricovero in ospedale e molteplici interazioni con il proprio sistema sanitario» scrivono gli autori, aggiungendo che un aumento della frequenza di contatti con i medici, dato un profilo di sintomi coerente, potrebbe essere considerato un vero e proprio avvertimento. «Gli attuali sistemi sanitari sono ben attrezzati per reagire in modo appropriato agli eventi acuti, ma sfortunatamente sono meno proattivi nell’identificare i sintomi che nel tempo possono portare a un ricovero in ospedale» riprende Anderson. E in un editoriale di commento Harlan Krumholz, della Yale School of Medicine, New Haven, Connecticut, commenta: «Questi risultati suggeriscono, specie ai medici di cure primarie e ai colleghi di pronto soccorso, che è necessario porre un sospetto di scompenso cardiaco ogni qual volta si presenta un paziente con sintomi come dispnea, affaticamento o con edemi agli atri inferiori».
J Am Coll Cardiol Heart Fail. 2020. Doi: 10.1016/j.jchf.2020.07.008
http://doi.org/10.1016/j.jchf.2020.07.008
J Am Coll Cardiol Heart Fail. 2020. Doi: 10.1016/j.jchf.2020.09.007
http://doi.org/10.1016/j.jchf.2020.09.007