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Secondo uno studio pubblicato su Nature, l’immunità mediata dalle cellule B in risposta all’infezione da Sars-CoV-2 può persistere per almeno sei mesi. «Il nuovo coronavirus ha infettato 78 milioni di persone ed è responsabile di oltre 1,7 milioni di decessi fino ad oggi. Si è visto che l’infezione è associata allo sviluppo di livelli variabili di anticorpi con attività neutralizzante in modelli animali» spiega Michel Nussenzweig, della Rockefeller University di New York, e dello Howard Hughes Medical Institute di Baltimora, Stati Uniti, autore senior del lavoro.
I ricercatori affermano che è noto che i livelli di anticorpi diminuiscono con il tempo, ma sottolineano che finora non erano state esaminate la natura e la qualità delle cellule B della memoria immunitaria, deputate a produrre anticorpi in caso di reinfezione. Per approfondire l’argomento hanno valutato la risposta della memoria umorale in una coorte di 87 individui a 1,3 e 6,2 mesi dopo l’infezione. L’analisi dei dati ha mostrato che i titoli anticorpali IgM e IgG anti-Sars-CoV-2 spike recector binding domain (Rbd) diminuiscono in modo significativo, e che l’attività neutralizzante nel plasma diminuisce di cinque volte nei test con pseudotipo virale. Ma gli esperti hanno anche osservato che il numero di cellule B della memoria specifiche per Rbd rimane invariato nel tempo. Non solo, gli autori affermano anche che le cellule B della memoria hanno mostrato un turnover clonale all’ultima valutazione temporale, e che gli anticorpi espressi erano caratterizzati da maggiore ipermutazione somatica, maggiore potenza e resistenza alle mutazioni dell’Rbd.
Quest’ultimo dato è indicativo di un’evoluzione continua della risposta umorale, ed è una buona notizia per quanto riguarda le varianti della malattia. È stata portata avanti anche un’analisi con immunofluorescenza o Pcr su 14 biopsie intestinali prese da individui asintomatici quattro mesi dopo l’insorgenza di Covid-19, e questa ha mostrato la persistenza degli acidi nucleici Sars-CoV-2 e l’immuno reattività nell’intestino tenue di sette persone. «La risposta delle cellule B della memoria immunitaria a Sars-CoV-2 è stata in evoluzione nel periodo tra 1,3 e 6,2 mesi dopo l’infezione, e questa evoluzione è secondo noi coerente con una persistenza dell’antigene» concludono gli esperti.
Nature 2021. Doi: 10.1038/s41586-021-03207-w
https://doi.org/10.1038/s41586-021-03207-w