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La malattia da reflusso gastroesofageo (Mrge) è correlata a un rischio più elevato di sviluppare tumori della laringe e dell’esofago. Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato su Cancer, diretto da Christian Abnet, del National Cancer Institute. Studi precedenti avevano indicato che la malattia da reflusso può mettere i pazienti a rischio di sviluppare l’adenocarcinoma esofageo.
Per fornire ulteriori approfondimenti su questo collegamento e correlazioni con altri tipi di cancro, i ricercatori hanno esaminato i dati di 490.605 adulti arruolati nello NIH-AARP Diet and Health Study, uno studio prospettico che nel periodo 1995-1996 ha coinvolto 3,5 milioni di persone, di età compresa tra 50 e 71 anni, che vivevano in California, Florida, Louisiana, New Jersey, North Carolina o Pennsylvania o nelle aree metropolitane di Atlanta in Georgia e Detroit in Michigan. Gli esperti hanno stimato tramite le assicurazioni mediche dei partecipanti che il 24% di essi avesse una storia di reflusso. Nei 16 anni successivi al loro ingresso nello studio, 931 pazienti hanno sviluppato adenocarcinoma esofageo, 876 hanno sviluppato carcinoma a cellule squamose della laringe e 301 hanno sviluppato carcinoma esofageo a cellule squamose. Le persone con Mrge hanno avuto un rischio circa due volte maggiore di sviluppare ciascuno di questi tipi di cancro, e il rischio è rimasto elevato anche in gruppi stratificati per sesso, abitudine al fumo e consumo di alcol. I ricercatori sono stati in grado di replicare i risultati limitando le analisi al sottoinsieme di dati Medicare che comprendeva 107.258 adulti, e hanno stimato che circa il 17% di questi tumori nella laringe e nell’esofago siano associati alla malattia da reflusso. «Questo studio da solo non è sufficiente a giustificare azioni specifiche di sanità pubblica. Saranno necessarie ulteriori ricerche per replicare questi risultati e stabilire che la malattia da reflusso sia un fattore di rischio per il cancro e altre malattie, e per valutare se i trattamenti mirati ai sintomi della Mrge possano portare variazioni ai rischi» concludono gli esperti.
Cancer2021.Doi:10.1002/cncr.33427
http://doi.org/10.1002/cncr.33427
